Sul fronte dei sindacati del comparto scuola, le prime reazioni al testo della manovra economica 2011-2014 vengono dalla Gilda degli Insegnanti, il cui coordinatore nazionale Rino Di Meglio definisce la Finanziaria come “un altro durissimo colpo alla scuola pubblica statale”.
“Gli accorpamenti dei plessi previsti dalla manovra – afferma Di Meglio – provocheranno la scomparsa di 3.000 sedi di dirigenza, a cui si aggiungono molti altri aspetti fortemente negativi, fra i quali un ulteriore anno di blocco del contratto che – sottolinea il coordinatore nazionale – non viene rinnovato da ben sei anni, con un taglio degli stipendi che, progressivamente, ha raggiunto il 15%”. Sempre sul fronte remunerativo, Di Meglio evidenzia che “il destino degli scatti di anzianità rimane ancora sospeso”.
Il leader della Gilda, poi, denuncia i mancati tagli ai costi della politica e cita due esempi: la soppressione delle Province, non prevista dalla Finanziaria “nonostante si tratti di enti inutili che comportano spese ingenti nel bilancio pubblico”, e il mantenimento di circoscrizioni anche in Comuni molto piccoli.
La Gilda degli Insegnanti punta l’indice anche contro “la proliferazione dei manager pubblici che, in maniera totalmente ingiustificata, percepiscono stipendi astronomici a cui non corrispondono risultati adeguati”. Ecco perché, secondo Di Meglio, “andrebbero ridimensionate le retribuzioni di tutti i pubblici dipendenti che guadagnano oltre 5.000 euro al mese. Si tratta – conclude il coordinatore nazionale – di uno sperpero inaccettabile di denaro pubblico che potrebbe essere investito molto più proficuamente in altri settori”.