I precari della scuola che resteranno a casa il prossimo 1° settembre per via dei tagli potranno contare sulla “salva precari“, prorogata anche per l’anno scolastico 2011-2012 dal decreto Sviluppo. Una misura a sostegno di reddito e occupazione inaugurata, d’intesa con Inps e Regioni, nel 2009-2010, all’inizio del piano triennale di riduzione di professori e Ata che ha portato alla cancellazione di 125.260 posti, di cui 81.120 cattedre.
‘agevolazione garantita dalla “salva precari” consiste nell’accesso privilegiato all’indennità di disoccupazione Inps (circa 886 euro al mese), la precedenza assoluta nell’assegnazione delle supplenze d’istituto (quelle assegnate dal preside), la partecipazione a progetti speciali e la valutazione dell’intero anno di servizio svolto a prescindere dall’effettiva durata dell’impiego.
Secondo il decreto Sviluppo potrà beneficiare di questo speciale “paracadute” tutto il personale che «il prossimo anno non riuscirà a stipulare, per carenza di posti, un contratto di supplenza della stessa tipologia di quello dell’anno precedente o comunque dell’ultimo anno lavorativo nel triennio».
Per poter accedere al beneficio bisognerà quindi essere stati titolari di un incarico annuale (o fine al termine delle attività didattiche) almeno a partire dal 2008-2009 o aver svolto, sempre a partire dal medesimo anno scolastico, attraverso le graduatorie d’istituto, una supplenza di almeno 180 giorni.
È escluso dalla “salva precari” chi non vedrà riconfermarsi l’incarico perché andato in pensione. Per Massimo Di Menna della Uil Scuola è ora «di partire subito con la fase attuativa per non lasciare i precari troppi mesi senza reddito e lavoro».
Critico Domenico Pantaleo della Flc Cgil che parla di provvedimento «inefficace» che anzi, con la priorità nell’assegnazione delle supplenze, incentiverà una «guerra tra precari». Nei due precedenti anni scolastici la “salva precari” ha rappresentato una sorta di “ammortizzatore sociale privilegiato” che ha interessato circa 20mila persone, a fronte di 28.544 domande accolte nel 2009, e 45.055 nel 2010. Il prossimo anno, secondo le prime stime, dovrebbe interessare altri 7-8mila precari, docenti e Ata.Tutti gli altri, nel 2009 e 2010, pur avendo i requisiti per accedere (e con la domanda accolta), non hanno avuto bisogno della “salva precari” perché hanno continuato a lavorare attraverso le supplenze o sono stati assunti.
Chi invece è rimasto a spasso o ci resterà a settembre continuerà ad aver diritto a queste speciali “agevolazioni”, che vedono coinvolte anche le Regioni. Nel 2010-2011, secondo dati Uil Scuola, le Regioni hanno stanziato poco più di 110 milioni di euro. A mettere sul piatto più fondi di tutti è stata la Sicilia, con 22 milioni, a seguire: Puglia, con 20, Piemonte, con 8, Calabria, con 7 milioni. Come sono stati utilizzati i fondi delle Regioni (che derivano in parte da risorse europee)? Per affiancare l’indennità Inps e coinvolgere i precari senza lavoro in progetti speciali per potenziare l’offerta formativa e per il sostegno agli alunni in difficoltà o disabili.
(di Claudio Tucci da Il Sole 24 Ore)