La conversione del decreto legge sullo sviluppo sembra essere l’occasione per tentare l’”assalto alla diligenza” e per ricercare consensi tra i precari, sia tra quelli storici che già lavorano nella scuola sia tra quelli che precari ancora non sono ma che – in attesa di prospettive migliori – sperano di diventarlo una volta laureati o specializzati.
La diligenza di cui parliamo sono le graduatorie ad esaurimento che il governo Prodi (ministro dell’istruzione Fioroni) con la Finanziaria 2006 aveva inventato per porre fine al precariato permanente, blindandole senza possibilità di nuovi ingressi.
La diligenza aveva già subito un assalto nel 2008, perdendo la sua inviolabilità e consentendo, così, l’ingresso di un gruppetto di laureandi e specializzandi.
Il nuovo assalto, questa volta non è riuscito e circa 20 mila altri laureandi sono rimasti fuori dalle graduatorie.
Il decreto sullo sviluppo ha previsto anche che non vi possa essere direttamente l’immissione in ruolo per sentenza della magistratura ordinaria nei confronti dei precari storici con almeno tre anni di servizio continuativo nella stessa sede, dribblando in questo modo una norma dell’Unione europea. Ovviamente i precari interessati a questa disposizione, ferocemente criticata da IdV, non hanno nulla a che fare con la faccenda del mancato inserimento nelle graduatorie ad esaurimento dei 20 mila laureandi prossimi a conseguire l’abilitazione all’insegnamento.
Tuttavia, nella confusione generale, qualcuno (compreso qualche parlamentare), magari nella foga di esprimere solidarietà ai precari (storici e futuri), li ha messi nello stesso calderone.
tuttoscuola.com | lunedì 20 giugno 2011 |