Che l’estate sia in arrivo è un fatto. Che alcune scuole siano sedi di seggio per il referendum pure. Ma che questo faccia scivolare l’inizio di alcuni scrutini a due giorni prima della fine delle lezioni non era prevedibile. Se non per una ragione soltanto: la «minaccia» dello sciopero dei docenti, annunciata per il 10 e per l’11 giugno. I docenti di Cobas e sindacati di base, infatti, venerdì e sabato non si presenteranno. E visto che l’assenza anche di un solo professore fa automaticamente rimandare lo scrutinio al giorno successivo, tra le scuole veneziane sono molte quelle che hanno preso misure precauzionali cominciando a stilare le valutazioni ben prima dell’ultima campanella.
Un esempio su tutti il liceo classico Franchetti di Mestre, che, sede di seggio per il 12 e il 13, comincerà gli scrutini già oggi pomeriggio. «Partiremo dalle terze liceo – spiega Marco Bracco, un professore – per l’11 mattina (abbiamo ottenuto di aprire comunque la scuola per scrutini anche il giorno prima del referendum) almeno con loro dovremmo aver finito. Per gli altri bisognerà aspettare martedì 14». E se il Pacinotti di Mestre e il Barbarigo di Venezia rispetteranno le scadenze (cominceranno rispettivamente venerdì 10 e giovedì 9 nel pomeriggio) anche al liceo classico Marco Polo di Venezia i professori dovranno fermarsi già oggi dopo la fine delle lezioni, mentre per il Liceo Artistico veneziano e per il liceo scientifico Giordano Bruno di Mestre il tour de force comincerà domani, sempre a partire dalle classi pronte per gli esami di maturità. «Ci sono 10 quinte – spiega Marisa Gruarin, una professoressa del liceo – dovremmo averle finite per il 9 pomeriggio. In tutto sono 44 classi, un’enormità. Quest’anno per finire in tempo dovremo trovarci anche di sabato». Uno stratagemma perfetto. Se non fosse legalmente sancito il contrario.
L’idea di anticipare i tempi non è piaciuta infatti all’ufficio scolastico regionale: «Ho ricordato ai dirigenti che deve essere rispettato il limite dei 200 giorni di lezione – spiega Stefano Quaglia, dirigente dell’Usr – teoricamente gli scrutini dovrebbero iniziare il 9 pomeriggio, non prima, con la sola eccezione delle classi terminali, per le quali comunque il limite dei 200 giorni di scuola va rispettato. Sono sicuro che i dirigenti avranno fatto i conteggi nel modo corretto, per evitare così di dare adito a possibili ricorsi ». E intanto, nei giorni scorsi, ai dirigenti di tutta la regione è arrivata una diffida ufficiale da parte dei Cobas (i promotori dello sciopero di venerdì e sabato), proprio nei confronti degli scrutini anticipati. «Gli scrutini finali non possono aver luogo prima della data di chiusura delle lezioni proprio al fine di consentire la valutazione complessiva degli alunni solo al termine delle stesse – dice la lettera- si diffidano pertanto i Dirigenti scolastici dall’anticipare le date degli scrutini rispetto al termine delle lezioni nonché dall’anticipare il termine delle lezioni stesso, nel rispetto delle competenze della Regione e si invitano, quelli che l’avessero già fatto, a ristabilire la legittimità delle operazioni, riprogrammando il calendario degli scrutini dopo il termine delle lezioni stabilito dalla Regione Veneto».
Un comportamento, quello dell’anticipazione, illegittimo e antisindacale, secondo i sindacati, che impedirebbe e limiterebbe infatti il diritto di sciopero dei docenti nelle giornate di venerdì e sabato rendendo, sostanzialmente, la loro assenza del tutto inutile. «Abbiamo richiamato soltanto la normativa vigente – spiega Stefano Michieletti, del Cobas di Venezia – tranne per le classi terminali gli scrutini devono essere fatti a scuola finita. Vista la grande adesione dello scorso anno si è diffuso il timore per lo sciopero, (per questo le anticipazioni). Le cose però (purtroppo) quest’anno andranno diversamente. Tra i docenti c’è un clima di sostanziale rassegnazione».
Alice D’Este (da http://corrieredelveneto.corriere.it)