Come si sa, attualmente nel comparto scuola vi sono cinque sindacati rappresentativi (Cgil-scuola, Cisl-scuola, Uil-scuola, Snals e Gilda) e diversi altri piccoli sindacati che, in base alle disposizioni vigenti, non hanno abbastanza iscritti o non hanno avuto abbastanza voti nelle Rsu per diventare “rappresentativi”. Occorre infatti raggiungere, tra tasso elettorale (voti) e tasso associativo (iscritti con delega) il 5% di rappresentanza sindacale di categoria, diventando automaticamente sindacati rappresentativi.
Nelle elezioni delle Rsu vi sono stati piccoli sindacati che in alcune città hanno ottenuto un certo successo elettorale che ha sfiorato il 5%. Ma non è bastato, perché il tasso di rappresentatività viene calcolato a livello nazionale conteggiando tutti i voti raggiunti da ciascuna lista.
La stessa considerazione vale anche il numero iscritti che vanno computati complessivamente a livello nazionale. E così, i piccoli sindacati (Cobas, Unicobas e alcune altre decine di piccole sigle sindacali restano esclusi dalla rappresentatività.
Essere sindacati rappresentativi comporta non pochi vantaggi: si ha diritto di partecipare alla contrattazione nazionale presso l’Aran e firmare i contatti collettivi nazionali del comparto scuola; si ha diritto, in base al tasso di rappresentatività, ad avere distacchi dal lavoro (il personale distaccato è pagato dallo Stato) e permessi sindacali; si ha il diritto di indire assemblee del personale scolastico in orario di lavoro.
Per i piccoli sindacati tutto questo resta una speranza; arrivare alla rappresentatività sembra un sogno o un illusione, ma…
martedì 7 giugno 2011 |