Per il primo anno di assunzioni si utilizzeranno le vecchie graduatorie. È questa l’ultima novità del decreto legge n. 70/2011 con cui l’articolato è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 110, dopo le correzione chieste dal Colle. Confermate le anticipazioni sul piano triennale 2011-2013 di immissioni in ruolo su tutti i posti vacanti e disponibili, è spuntata la retrodatazione dei contratti del primo anno del piano (30 mila prof e 35 mila Ata, secondo stime ministeriali) alle graduatorie 2010/2011 (si vedano le anticipazioni di ItaliaOggi di giovedì scorso).
Un chiaro tentativo di evitare che le maggiori disponibilità di posti siano assorbite da docenti del Sud arrivati all’ultimo momento nelle graduatorie del Centro-Nord, causa aggiornamento delle liste. Alla luce del numero di posti vacanti, dei pensionamenti e degli esuberi, la disponibilità record di posti, secondo stime della Cisl scuola, elaborate sulla base dei dati ministeriali, spetta alla Lombardia, che da sola ha oltre 5.200 posti disponibili. Seguita dal Lazio, a 3.500, e dalla Toscana, a quota 3.200. In regioni come la Campania ci sarebbero «solo» 2500 posti vuoti in organico di diritto, cento in più del Piemonte e meno di duecento rispetto al Veneto. Briciole, se le stime fossero confermate, per la Sicilia che, tra tagli e pensionamenti, dei 1.770 posti disponibili sulla carta se ne ritroverebbe solo con 125 di spendibili per le assunzioni. Neanche il doppio di una regione che non raggiunge i tre zeri, la Basilicata che vanterebbe 90 posti disponibili. Discorso analogo per il personale ausiliario, tecnico e amministrativo, che ha da spartirsi un bottino anche più consistente, stimato in 35 mila posti. La situazione ha indotto il ministro dell’istruzione a cedere alla richieste della Lega Nord di sterilizzare gli effetti dell’aggiornamento delle graduatorie. Per evitare, è la motivazione appoggiata anche da alcuni sindacati, che sul primo anno delle assunzioni ci sia una vera e propria guerra tra poveri: tra vecchi iscritti in graduatoria, arrivati magari proprio dal Nord anni fa, e gli ultimi, arrivati a seguito dell’aggiornamento di provincia e punteggi in corso in questi giorni. L’utilizzazione delle graduatorie dell’anno scolastico 20110/2011 vanifica anche l’effetto delle immissioni a pettine nelle liste permanenti che il commissario ad acta sta disponendo a seguito delle sentenze di condanna. E sul fronte dei ricorsi, è scomparsa dal decreto legge sviluppo la norma che impediva il riconoscimento della ricostruzione di carriera e i risarcimenti per i contratti di durata superiore ai tre anni. Visto che si tratta di materia di attinenza con la normativa europea, l’emendamento dovrebbe essere ripescato in sede di Comunitaria. Ma si tratta di un’ipotesi su cui grava pesantemente il sospetto di contrarietà del Quirinale. Confermata invece la previsione del divieto di trasformazione automatica nella scuola dei rapporti di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato.
Il vincolo di permanenza sulla sede di prima destinazione viene portato da tre a cinque anni. Così come il divieto di poter fare ogni tipo di mobilità, anche per motivi di famiglia, ovvero le cosiddette assegnazioni provvisorie. L’aggiornamento delle graduatorie da quest’anno passa da biennale a triennale.
La partita sulla scuola non è però finita. Perché da un lato c’è il passaggio parlamentare per la conversione in legge del dl, dove la Gelmini dovrà dimostrare di essere capace di tessere intese, anche bipartisan, per blindare il suo piano contro i tentativi di modificarlo (si pensi per esempio alla retrodatazione delle assunzioni che mal sarà digerita dal cosiddetto partito del pettine). E dall’altro c’è la sessione negoziale, tra le precondizioni per attuare il piano di immissisoni in ruolo, che dovrà definire l’ammontare delle assunzioni e ridiscutere del contratto.
Tutti i sindacati della scuola, questa volta è concorde anche la Flcgil, chiedono che il tavolo negoziale si apra quanto prima. Intanto, i docenti e gli Ata dovranno prenotare la nuova provincia di lavoro, al netto dei trasferimenti. Ad oggi vale solo per il secondo anno del piano di immissioni, ma chissà. (da ItaliaOggi di Alessandra Ricciardi)