La necessità di bandire i concorsi, in primo luogo nelle province nelle quali alcune graduatorie sono ormai esaurite o in via di esaurimento, è stata ripetutamente segnalata da Tuttoscuola, ma per il momento non si ha notizia di decisioni ministeriali che vadano in questa direzione. Eppure si tratta di una questione che andrebbe affrontata con la massima urgenza, anche per evitare soluzioni improvvisate, di pura emergenza.
Ma l’attenzione dei sindacati e di buona parte dei politici resta concentrata sui precari e sulle graduatorie a esaurimento. Dopo la decisione del governo di consentire l’inserimento a pettine dei precari inseriti nelle graduatorie, sia pure in una sola provincia, Francesca Puglisi, responsabile scuola della segreteria del Pd, ha diffuso una nota con la quale dichiara che il Pd “prende atto della decisione del governo sulle graduatorie”, ma sottolinea che “il problema del precariato della scuola resta aperto se non verrà eliminata la terza tranche di tagli prevista il prossimo anno, 19.700 docenti e 14.500 Ata, e se non verranno stabilizzati tutti coloro che stanno lavorando su posti vacanti”.
L’assunzione di chi lavora su posti vacanti, secondo l’esponente della segreteria Pd, che rilancia analoghe richieste sindacali, sarebbe peraltro un’operazione a costo zero per lo Stato, poiché a questi lavoratori vengono già pagate le ferie non godute e la disoccupazione.
Insomma, si parla quasi sempre e quasi solo di precari e della loro stabilizzazione, che rappresentano una parte rilevante del problema, che va assolutamente affrontata. Ma si parla molto poco dell’altra parte del problema, cioè la mancanza di concorsi. Fa eccezione Giovanni Bachelet, presidente del Forum Istruzione del Pd, che fa presente che “senza concorsi nemmeno nelle province dove le graduatorie degli abilitati in materie scientifico-tecniche sono già esaurite si produrranno più precari di quanti se ne assorbono e il corpo insegnante invecchierà ulteriormente”. Sarà ascoltato?
tuttoscuola.com | martedì 26 aprile 2011 |