L’incontro di ieri con i sindacati al ministero sul precariato e la decisione di consentire lo spostamento degli insegnanti inseriti nelle graduatorie “a pettine” in altre province, ma limitatamente a una sola soltanto, lascia insoddisfatte le organizzazioni di rappresentanza.
Per il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo, il confronto al al ministero sul “è stato ancora una volta del tutto inutile“. Pantaleo ha spiegato il perché di questa affermazione: “Siamo di fronte alla irresponsabilità del ministro che elude il confronto, ripetutamente richiesto, su organici, immissioni in ruolo e graduatorie. Si continua a cincischiare mentre la situazione di giorno in giorno diventa sempre più ingestibile. Senza un piano straordinario di immissioni in ruolo, che copra tutti i posti vacanti, si rischia solo di affrontare burocraticamente la gestione delle graduatorie senza alcuna prospettiva di stabilizzazione anche per effetto degli ulteriori tagli previsti dal Def. La bozza di decreto Ministeriale che ci è stata presentata produrrà ancora caos nella gestione delle graduatorie e di conseguenza un aumento del contenzioso. Per il resto siamo di fronte al nulla“.
Il segretario della Flc-Cgil ha tratto quindi dall’incontro nuova linfa per l’organizzazione di iniziative di lotta che culmineranno nello sciopero generale del 6 maggio, e ha avvertito che “la Flc-Cgil non intende partecipare a finti tavoli di discussione con il Ministero mentre le decisioni vere vengono assunte in altre sedi“.
Anche per il segretario della Cisl Scuola, Francesco Scrima, la soluzione che il Miur sta scegliendo per l’aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento “si configura come ineluttabile in assenza di interventi legislativi per i quali non si è riusciti evidentemente a trovare le necessarie intese“.
“Una soluzione – ha continuato – destinata a riproporre ulteriori ragioni di contenzioso e che alimenta preoccupazione e disagio per tutti coloro che vedono rimesse in discussione aspettative da tempo consolidate. Non si dica, per favore, che è in atto una guerra tra nord e sud: sono per lo più del sud, infatti, anche i precari che si sono trasferiti al nord anni fa, coltivando con pazienza e sacrificio le attese di stabilizzazione del loro lavoro. Questioni delicate come il reclutamento dovrebbero essere affrontate e risolte a livello politico in un’ottica di equilibrio tra i diversi interessi, non affidate al contenzioso e alla cause in tribunale. Diventa ora più che mai urgente intervenire sul versante dell’offerta di lavoro: dare stabilità agli organici, fermando la politica dei tagli; dare stabilità al lavoro, assumendo da subito su tutti i posti vacanti e disponibili“.
Non meno scettico sulla decisione del Ministero è il segretario della Uil Scuola Massimo Di Menna, per il quale le intenzioni dell’amministrazione determinano “un quadro di totale incertezza. A questo punto non si saprà più chi va dove. Si cancella tutto e si riparte daccapo. È impossibile prevedere gli effetti di questa decisione“. Di Menna ha lamentato che sulla questione del precariato non si può procedere, come fa il Ministero, “giorno per giorno”, ma occorrono “soluzioni strutturali, con le immissioni in ruolo su tutti i posti vacanti e disponibili, attraverso la definizione di un organico funzionale alle esigenze delle scuole, con incarichi pluriennali per la copertura dei posti disponibili nell’organico di fatto e la reiterazione del decreto “salvaprecari”, ricordando che stabilità e continuità sono aspetti centrali per la qualità dell’istruzione“.
L’unica organizzazione sindacale soddisfatta per le decisioni del Ministero appare l’Anief, che negli anni scorsi ha promosso ricorsi per l’inserimento a pettine per gli iscritti che avevano scelto la via giudiziaria per l’immissione in ruolo: “il Miur dà ragione all’Anief dopo due anni di inutile contenzioso”, esulta l’organizzazione, che annuncia anche: “I ricorrenti che saranno inseriti nei prossimi giorni a pettine per effetto delle decisioni del Miur in auto-tutela secondo le comunicazioni del commissario ad acta o dei giudici del lavoro (in caso di inadempienze) avranno diritto alla stipula dei contratti a tempo determinato o indeterminato se aventi diritto (come precisato dallo stesso commissario) con una riserva dei posti da attingere o nel prossimo numero di immissioni in ruolo autorizzate o con nomine in surroga, qualora le operazioni di individuazione richiedano più tempo. Salvi i contratti, comunque, stipulati, nel biennio 2009-2011 dagli altri docenti, ma anche i diritti dei ricorrenti che hanno dato fiducia all’Anief, ai suoi legali e non alle altre OO. SS. che hanno fatto spendere tempo e denaro inutile in contro-ricorsi”.
tuttoscuola.com | venerdì 22 aprile 2011 |