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Cercansi insegnanti”

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E’ il cartello apparso qualche giorno fa all’entrata di una primaria vicino Pavia. Non è un caso isolato: sono sempre più frequenti le situazioni di graduatorie esaurite. E gli istituti non riescono a sopperire con quelle d’istituto. Il motivo? L’assenza decennale di concorsi e il dimezzamento del numero di scuole dove candidarsi.
In base alle ultime stime ministeriali, in tutta Italia sono un’immensità: 830.000. Eppure sono sempre di più i precari che, almeno tra il corpo docente, scarseggiano e lasciano le scuole con le cattedre scoperte. Alle superiori sono diventanti “merce rara” i supplenti, soprattutto gli abilitati, in Friuli Venezia Giulia, Veneto Toscana: tra le materie tecniche, per le quali in diversi casi non vi sono più candidature in nessun tipo di graduatoria, trovarne qualcuno disponibile è diventata un’impresa. Alla primaria l’allarme rosso è già scattato, soprattutto in Toscana, dove gli istituti lontani dai grandi centri sono spesso disdegnati e i dirigenti scolastici devono ricorrere ad aspiranti privi di abilitazione.
Alle elementari e all’infanzia, dove la presenza di docenti donne è vicina alla totalità, il problema è generalizzato: basta che la maestra titolare rimanga in stato interessante e, 99 volte su 100, scatta la gravidanza a rischio. E quindi l’assenza prolungata, nove volte su dieci, per un anno. Una gioia per la famiglia che si allarga, un problema in più per le scuole, sempre più a corto di personali e supplenti.
Uno dei casi limite è capitato in questi giorni in provincia di Pavia, a Landriano, dove all’entrata di una scuola primaria è apparso il cartello “Cercasi insegnanti”. I dirigenti scolastici hanno tamponato la situazione con i supplenti in possesso del solo titolo di studio (il diploma di maturità magistrale): aspiranti che, però, non hanno esperienza e che alle famiglie fanno spesso masticare amaro. Ma capita che, come nel pavese, anche i candidati fuori graduatoria siano esauriti. In questi casi per la scuola non c’è scelta: in attesa che arrivi il supplente (ma chi?) si dividono le classi e si mandano i gruppi di alunni in quelle con le maestre dietro la cattedra, creando però quasi sempre situazioni che non rispettano i limiti in vigore (25 bimbi per classe) per quel che riguarda la sicurezza scolastica.
Ma come si mai si è arrivati a questo? Oltre all’ormai decennale assenza di concorsi – che dovrebbe a breve essere superato con l’imminente introduzione del nuovo reclutamento – il motivo è anche organizzativo: con il regolamento in vigore, introdotto dal Miur da alcuni anni, le domande nelle graduatorie d’istituto possono essere fatte solo a dieci istituti comprensivi e due circoli. La metà, in pratica, di quelle che potevano essere indicate in passato. Il risultato è che quasi tutti gli aspiranti supplenti scelgono le scuole più grandi, collocate nei centri principali, soprattutto nei capoluoghi, dove vi sono più chance di lavorare. Così nei comuni più piccoli, in prevalenza situati in zone montane e isolate, può capitare anche che appaia il cartello “Cercasi insegnanti”.
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