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Lettera di Adida al Messaggero in risposta al Ministro Gelmini

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Gentilissimo direttore dottor Mario Orfeo,
mi chiamo Barbara Borriero e sono una dei referenti dell’associazione ADIDA (Associazione Docenti Invisibili Da Abilitare). Le scrivo perché lo scorso 11 aprile è stata pubblicata su Il Messaggero una lettera del Ministro Gelmini in cui, affrontando il tema del precariato in generale, sono stati nominati i precari di III fascia, spiegando chi sono in modo sbrigativo e,  per molti di essi, errato.  (da http://sites.google.com/)
Anzitutto è necessario precisare che il Ministro mente sui numeri dei precari abilitati. Non sono 240.000 i docenti inseriti in Graduatoria ad Esaurimento, ma 277.600 (Fonte: Ufficio Statistico MIUR), ma soprattutto non è vero che sono solo 30.000 i posti disponibili annualmente ed offerti ai lavoratori precari, bensì poco meno di 200.000, di cui oltre 100.000 su cattedre Annuali da Settembre a Giugno e almeno altri 50/60.000 su supplenze per maternità, malattie, congedi ecc…               
 Prosegue poi il Ministro scrivendo che a questi docenti abilitati, si aggiungono i circa 300.000 insegnanti privi di abilitazione ed iscritti nella III fascia delle graduatorie d’istituto che, sempre secondo il Ministro, hanno svolto occasionalmente e saltuariamente qualche decina di ore di supplenza annuale.
I docenti di terza fascia, inseriti in graduatoria grazie ai titoli di idoneità previsti dalla legge e dai Decreti che ne hanno stabilito l’aggiornamento, non corrispondono, in buona misura, a quanto dichiarato dal Ministro e, soprattutto sul dato numerico, occorre fare chiarezza. Se è vero che potenzialmente ogni neo laureato che abbia titoli idonei all’insegnamento può accedere alle graduatorie di istituto in terza fascia, è altrettanto vero sottolineare che, fra queste persone, 129.050 hanno svolto più di 360 giorni di servizio nelle scuole (pari ad almeno due anni scolastici di servizio). E questo dato, del tutto assente nel testo citato, è stato ufficialmente dichiarato dal MIUR in data 29 novembre 2011. E nonostante il dato ben al di sotto dei 300.000 proposto dal Ministro, Adida ha in realtà denunciato come esso sia stato pesantemente gonfiato, perché calcolato su basi errate.
Se con il termine “precario” si intende designare una persona che abbia stipulato uno o più contratti a tempo determinato, va da sé che anzitutto il dato fornito dal Ministro non può che confondere le idee e veicolare scenari allarmistici e non rispondenti alla realtà. E’ falsa inoltre la dichiarazione secondo cui precari non abilitati di III fascia hanno svolto solo occasionalmente qualche ora di supplenza. Accertato che il loro numero non supera le 40.000 unità, va poi evidenziato che nella maggior parte dei casi, stiamo parlando di docenti con pluriennale esperienza di insegnamento, spesso assunti su cattedra annuale da Settembre a Giugno, con contratti del tutto identici ai colleghi abilitati e quindi con medesimi incarichi e responsabilità. Essi hanno bocciato e promosso alunni, sono stati coordinatori di classe, commissari d’esame, insomma normali insegnanti!
È importante sottolineare la gravità delle dichiarazioni del Ministro ed impedire che, per nascondere sotto il tappeto la realtà, migliaia di precari, con il pretesto dell’assenza di abilitazione, siano trattati come un dipendente di serie “B” e discriminati senza incorrere in alcuna sanzione.  
È invece mio preciso intento rendere pubbliche le discriminazioni a cui i docenti di terza fascia sono stati sottoposti:
 
1-     Pur insegnando da anni i precari non abilitati sono stati esclusi dai benefici del Salvaprecari che non solo “non li salva”, ma anzi li penalizza fortemente perché li esclude dalle graduatorie prioritarie per l’assegnazione di supplenze brevi.
2-     Ai precari abilitati è stata offerta a partire dal 2009 la possibilità di fare domanda di inserimento in ben 4 province, ai non abilitati in una soltanto e in massimo 20 scuole.
3-     Nonostante ai sensi della direttiva europea 70/99 e dei relativi decreti attuativi italiani sia vietata alle pubbliche amministrazioni l’assunzione di personale precario se non a fronte di ragioni eccezionali e temporanee, ai precari non abilitati l’accesso ai ruoli è sempre e comunque vietato, e ciò avviene in violazione di quella stessa direttiva e delle leggi nazionali che hanno l’obiettivo di tutelare il lavoratore contro lo sfruttamento.
4-     Nelle graduatorie degli abilitati sono tantissimi i precari che hanno ottenuto l’abilitazione grazie al requisito dei 360gg. di servizio, sulla base dei quali hanno potuto accedere a corsi abilitanti riservati e questo per oltre trent’anni, dal 1971 al 2004.
5-     Dal 2007 non esistono più in Italia percorsi finalizzati al conseguimento per l’abilitazione, per alcuni insegnamenti mancano percorsi abilitanti ordinari da oltre quindici anni.
6-     Chi si è iscritto all’università prima del 2005 ha sempre saputo che c’erano più possibilità per ottenere l’abilitazione all’insegnamento: concorsi, corsi abilitanti ordinari e riservati. Tutti gli iscritti alle università prima del 2005 e attualmente non abilitati risultano fortemente penalizzati perché SONO STATE CAMBIATE LE CARTE DURANTE IL GIOCO;
7-     Con il DM 249/10 pubblicato il 31 gennaio 2011 nascono i TFA (Tirocini Formativi Attivi) con una triplice selezione a sbarramento per l’ingresso, “ovviamente” anche per chi ha lavorato molti anni nella scuola. Il ministero ha notato che ci sono cinque anni di neolaureati e di docenti in arretrato che non hanno avuto nessuna soluzione per ottenere l’abilitazione e che si ammasseranno per l’ennesimo “viaggio della speranza” per avere l’abilitazione…
8-     E cosa dire di chi si abilita (ad oggi questo è possibile SOLO presso la Facoltà di Scienze della Formazione Primaria oppure per chi si abilita all’estero) immatricolandosi però dopo l’Anno Accademico 2007/2008 non viene nemmeno più accolto nelle graduatorie ad esaurimento degli abilitati…
9-     Chi ha conseguito il diploma di maturità presso gli istituti magistrali entro l’anno scolastico 2001/2002, riporta in calce al documento che quel diploma è “abilitante”, però l’abilitazione è stata negata, tanto è vero che i docenti diplomati dal 2002 in poi sono in graduatoria di istituto e rigorosamente esclusi da quelle ad esaurimento;
10- Ai sensi della direttiva europea 70/99 chi ha tre anni di servizio deve essere immesso in ruolo, ma lo Stato Italiano rifiuta questo ai precari di III fascia con la scusa che non sono abilitati!
11- Ai sensi del Dlgs 368/01 chi ha svolto 180gg. si servizio negli ultimi 12 mesi ha diritto di precedenza nelle assunzioni a tempo determinato e indeterminato. Stranamente il Ministero non applica questo principio al precariato scolastico. E chi più ne subisce le conseguenze sono proprio i precari di III fascia.
Da molti mesi c’è la “buona abitudine” di ignorare un’intera categoria di persone e descriverla come una massa che “sbarca il lunario”. I ministri dovrebbero conoscere le risorse umane di cui fanno uso da anni e non sbeffeggiarle in questo modo. Potrei andare avanti ancora, ma è importante che l’opinione pubblica venga almeno a conoscenza di queste disparità di trattamento e umiliazioni inflitte a degli insegnanti che si sta cercando di rendere invisibili nel tentativo di cancellarli del tutto.
Colgo l’occasione, se verrà pubblicata questa mia lettera, per chiedere gentilmente un incontro con il Ministro perché l’ADIDA è un’associazione nazionale che conta al momento circa 15mila aderenti che hanno il diritto di comunicare con le istituzioni.
Ringrazio per lo spazio riservatomi.
Barbara Borriero – ADIDA (da http://sites.google.com/)

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