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L’organizzazione del lavoro nella scuola è materia di contrattazione

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Il Tribunale di Bologna dà ragione al sindacato. La riforma Brunetta cede il passo alle prerogative contrattuali. Secondo il giudice arreca “pregiudizio ai diritti ed alle situazioni giuridiche soggettive direttamente inerenti il rapporto di lavoro” la decisione unilaterale del Dirigente scolastico in campo organizzativo.

Tra gli effetti “epocali” della riforma Brunetta della pubblica amministrazione c’è l’aumento del contenzioso e della confusione di compiti e competenze.

E così il Tribunale di Bologna condanna per comportamento antisindacale due dirigenti scolastici che si erano rifiutati di contrattare sull’organizzazione del lavoro facendosi scudo proprio della legge Brunetta, dando ragione a FLC CGIL e CISL scuola che avevano promosso un ricorso.

I fatti

Cerchiamo di descrivere i fatti, anche se la produzione normativa di questo governo è quanto mai contraddittoria e abnorme.

Primo fatto. Nella scuola e in tutto il settore pubblico i contratti scaduti nel 2009 restano in vigore almeno per il prossimo triennio, quando si spera cadrà il blocco imposto dal governo.

Secondo fatto. Il contratto scuola è chiarissimo e cristallino: sull’organizzazione del lavoro, sull’assegnazione del personale ai plessi e sui criteri di utilizzazione del personale in rapporto al Pof decide la contrattazione di istituto, frutto di un negoziato tra il dirigente e la RSU. Il negoziato rende trasparenti per tutti i criteri e le modalità delle decisioni organizzative, in modo da evitare che esse, di pertinenza del dirigente scolastico, rechino un indiretto pregiudizio ai diritti ed alle situazioni giuridiche soggettive direttamente inerenti il rapporto di lavoro.

Terzo fatto. Questo negoziato poi formalizzato nel contratto di scuola non lede le prerogative del dirigente scolastico, ma lo aiuta a far funzionare per quanto possibile in armonia la scuola autonoma.

Quarto fatto.Il dirigente che si rifiuta di negoziare su materie contrattuali, decidendo in beata solitudine, non solo non fa un buon servizio alla scuola che ha bisogno di buone relazioni, ma si espone alla denuncia per comportamento antisindacale.

Le riforme ideologiche sono bocciate

Il Tribunale di Bologna non ha accettato la tesi che le ricadute delle decisioni sull’organizzazione del lavoro siano ambiti riservati alla legge, come, forzando la legge Brunetta, sosteneva il dirigente.

Ecco a cosa portano riforme ideologiche.
Questo risultato positivo ci spinge a continuare con maggiore determinazione la nostra battaglia a difesa dei diritti dei lavoratori e della democrazia nei luoghi di lavoro e del ruolo delle RSU.

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