Respingere l’ondata dei ricorsi, evitando di dover mettere mano al portafogli, e al tempo stesso dare una risposta se non definitiva di certo di svolta sul fronte del reclutamento. Per farlo, ministero dell’istruzione ed Economia stanno lavorando febbrilmente in queste ore a un piano precari così strutturato: da un lato una modifica normativa (si vedano le anticipazioni di ItaliaOggi di giovedì scorso) che depotenzi il contenzioso intentato dai supplenti per ottenere risarcimenti o addirittura l’assunzione in pianta stabile; dall’altro, un decreto pluriennale di assunzioni sui posti liberi e disponibili sia dei docenti che degli Ata.
Una doppia partita che deve concludersi in tempi brevi non solo per questioni giudiziarie (sta partendo la class action dei precari contro il ministro dell’istruzione, Mariastella Gelmini) ma anche burocratiche (le eventuali assunzioni per il prossimo anno vanno fatte entro luglio). E poi soprattutto congiunturali. Già, perché sull’intero pacchetto gravano gli spettri di un’economia ancora in affanno e di conti pubblici da tenere sempre, rigorosamente sotto controllo. Tanto da non potersi escludere ulteriori interventi di contenimento della spesa.
Ecco perché le prossime settimane saranno decisive. Ma andiamo con ordine. Sul primo fronte, quello del contenzioso dei precari, è in fase di presentazione alla Comunitaria, alla camera, un emendamento del governo che interviene sull’articolo 10 del decreto legislativo n. 368/2001 e sulla legge 124/199: in pratica si esclude dal novero dei contratti a tempo determinato, per i quali vale la ricostruzione di carriera e la sanzione dell’assunzione a tempo indeterminato nel caso in cui siano reiterati per più di tre anni, le supplenze del personale docente e Ata.
La motivazione addotta sarebbe quella della specificità del settore, dove le supplenze rispondono a una flessibilità del servizio che non può essere preventivata. Un discorso che regge solo a patto (è questo uno dei nodi più spinosi) che i precari lavorino non sui posti dell’organico di diritto, che rappresentano vacanze strutturali per le quali la normativa europea prevede il divieto di reiterazione dei contratti a tempo. Ecco perché Istruzione e Tesoro potrebbero avere la necessità di inserire già all’ interno di questo emendamento un rinvio al piano di assunzioni. Il quale servirebbe anche a supportare con il Quirinale l’emendamento che depotenzia il contenzioso intentato dai precari in questi mesi. Tema, quello del precariato, a cui il presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, si è mostrato finora molto sensibile.
Il ministro dell’economia, Giulio Tremonti, avrebbe fatto aperture per un pacchetto di assunzioni da autorizzare più consistente degli scorsi anni. Secondo indiscrezioni, si tratterebbe di coprire, ancora da decidere in quali tempi, i posti vuoti e disponibili per insegnanti e Ata, al netto dei agli che finiscono quest’anno: complessivamente circa 65 mila posti. Se ci sarà o meno una contropartita non è ancora dato sapere.
(da ItaliaOggi di Alessandra Ricciardi)