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La vendetta del governo contro la scuola statale

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Attilio Paparazzo ScuolaOggi, 15.3.2011

Di cosa parla il Ministro dell’Istruzione a “Che tempo che fa”? A parole, e senza contraddittorio, difende la scuola pubblica, dichiara che con le sperimentazioni sulla premialità i lavoratori avranno bonus da 7000 euro, lamenta la proletarizzazione dei lavoratori della scuola, li gratifica con la promessa restituzione degli scatti di anzianità che la legge 122/2011 ha tagliato.

Ma di quale realtà parla il Ministro? È possibile che sia talmente distante dalla scuola che dovrebbe governare da non conoscere le conseguenze delle azioni che ha condiviso col suo governo?

Lei nei fatti diffama il personale docente e ATA, giustifica le scandalose affermazioni del Presidente del Consiglio contro gli insegnanti e la scuola statale, da tre anni somministra purghe pesantissime contro la scuola che funziona, contro le richieste e le attese delle famiglie.

Cosa dobbiamo ancora aspettarci per il prossimo anno scolastico?

In Lombardia, come nel resto del paese, solo lacrime e sangue, ancora tagli che si aggiungeranno a quelli decisi nel 2008: 100.000 sono in parte già andati, ne mancavano ancora 35.000 circa per restare negli obiettivi del governo. Lei, il Ministro, non licenzia nessuno?

Complessivamente nel paese verranno a mancare altri 19.700 docenti e 14.500 ATA.
Ma la Lombardia ha 3 problemi in più:

1) un incremento della popolazione studentesca in controtendenza con il dato nazionale, ragion per cui il taglio effettivo è di gran lunga superiore a quello dichiarato;

2) un governo regionale totalmente disinteressato alla difesa della scuola statale, infatti superfinanzia con 51 milioni di euro la scuola privata;

3) un direttore scolastico regionale totalmente subalterno a Gelmini, esecutore materiale delle incursioni sul Tempo Pieno.
A Milano si realizzeranno poi quelle vere e proprie vendette contro la nostra scuola che abbiamo già conosciuto lo scorso anno. Gli uomini della Gelmini si preparano, infatti, ad assestare alla scuola milanese un taglio più che proporzionale, senza tener conto dei modelli didattici, del tempo scuola, delle richieste delle famiglie. Queste scelte, pesantemente discriminanti, sono del tutto ignorate da Moratti, Podestà e Formigoni, sindaco e governatori per lor signori, non certo per le famiglie milanesi che hanno diritto a una buona scuola per i propri figli, non al CEPU.

In questo contesto, infine, va letta la recente promozione, “per merito”, del nuovo Provveditore milanese. Il dott. Petralia, già capogruppo di Forza Italia nel consiglio comunale di Bergamo, s’è già fatto capire: i dirigenti scolastici si guardino bene ad assecondare le richieste delle famiglie, taglino a monte, scoraggino le aspettative. Petralia fa il suo mestiere, altrimenti perché lo avrebbero scelto?

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