TMNews – Impegno Gelmini prevede inversione tendenza:nel 2010 solo 16.500
È un impegno importante quello preso oggi dal ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, che durante il question time, nel rispondere ad una un’interrogazione dell’Italia dei Valori sui supplenti della scuola (per il leader Antonio Di Pietro sono “da anni utilizzati e sfruttati e messi alla porta”), ha annunciato che nell’arco “di sette-otto anni i precari esistenti potranno trovare definitiva collocazione, quindi un posto a tempo indeterminato”.
La “graduale immissione in ruolo proporzionata alla capacità di assorbire posti di lavoro da parte della scuola”, cui si riferisce il ministro Gelmini, corrisponderebbe all’assunzione di quasi 300mila precari: attualmente in Italia i supplenti abilitati all’insegnamento, vincitori di concorso, iscritti nelle graduatorie ad esaurimento, il cui aggiornamento dovrebbe avvenire in primavera, sono 232.048. A questi ne vanno aggiunti almeno altri 60mila inseriti nelle liste di attesa ‘permanenti’ riguardanti il personale Ata (amministrativi, tecnici ed ausiliari).
Negli ultimi anni, soprattutto a causa dei tagli previsti dalla Finanziaria di fine 2008, la lege 133/08, il numero di immissioni in ruolo non è stato particolarmente alto e ciò malgrado la messa in pensionamento di circa 30mila unità di personale l’anno: la scorsa estate hanno firmato per il ruolo 10mila insegnanti, di cui la metà sul sostegno, e 6.500 non docenti. La regione in assoluto con più docenti precari (anche gli Ata non si discostano molto) è la Sicilia, seguono Campania, Lombardia, Lazio e Puglia.
Una piccola parte degli insegnanti vincitori di concorso, ordinario o riservato, va collocata nella cosiddetta sezione dei precari ‘storici’: in 5.462 fanno parte della prima e seconda fascia delle graduatorie a esaurimento, che significa almeno 10-15 anni di attesa; gli altri 226.586 sono collocati nella terza fascia ed hanno in buona parte acquisito l’abilitazione all’insegnamento tramite le scuole universitarie, le cosiddette Ssis.
A fronte di un corpo docente scolastico italiano pari ad oltre 700mila unità, i candidati assunti con supplenze annuali (solo 20mila circa) o fino al termine dell’anno scolastico sono passati dai 64.000 del 1998/99 ai 116.973 del 2009/10 (l’anno scorso si è toccato il record con 130.835): la maggior parte delle supplenze ‘lunghe’ stipulate dagli Usp riguardano la secondaria superiore (circa 40mila contratti), seguono le medie, la primaria ed i maestri della scuola dell’infanzia.
Nel 1998 vi era solo un docente precario ogni 12 di ruolo, oggi uno ogni 7. Il boom si deve a tre motivi: il graduale innalzamento delle cattedre di sostegno (oltre 90mila in tutto, ma solo poco più della metà sono andate al ruolo), le assunzioni sempre più limitate (dalle circa 60mila l’anno dell’ultimo Governo Prodi si è passato alle 10mila l’anno della gestione Gelmini) ed un decennio di scuole di specializzazione universitaria, le Ssis, da cui sono uscite decine di migliaia di abilitati. Se per viale Trastevere basteranno 6-7 anni, la Cisl Scuola ha fatto sapere che, soprattutto con gli attuali ritmi di assunzioni e turn-over, rallentati dall’innalzamento graduale dell’età pensionabile, ne potrebbero servire anche 15.
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Gelmini, in 7 – 8 anni precari assunti a tempo indeterminato
ASCA – ”Abbiamo previsto che nell’arco di 7-8 anni i precari potranno trovare definitiva collocazione, quindi un posto a tempo indeterminato, dentro la pianta organica della scuola”. Lo ha annunciato il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini durante il Question Time alla Camera, sottolineando che il compito del Governo, sul tema del precariato, e’ quello di ”dare risposte concrete”.
”L’insorgenza del fenomeno di precariato – ha aggiunto la Gelmini – non puo’ essere ascritto alla responsabilita’ di questo Governo”, ma alle ”scelte sbagliate che governi di colore politico diverso, nel corso del tempo, hanno fatto pensando che fossero illimitate le capacita’ della scuola di assorbire posti di lavoro. Il Governo si e’ preso la responsabilita’ d’intervenire per impedire l’insorgenza di nuovo precariato. Per questo abbiamo previsto una graduale immissione in ruolo, proporzionata alla capacita’ di assorbire posti di lavoro da parte della scuola”.
”La contrazione di posti per questo anno scolastico – ha concluso la Gelmini – risulta contenuta in circa 3 mila posti, dal momento che le riduzioni sono state in buona parte compensate dai pensionamenti”. Per la Gelmini il problema del precariato si risolve ”in parte con il pensionamento, in parte evitando l’insorgenza di nuovo precariato e in parte attraverso accordi con le Regioni”.