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Valutazione docenti e scuole, entro 60 giorni

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Sono i termini imposti dal maxiemendamento al milleproroghe relativamente al sistema di valutazione dei docenti e delle scuole. Intanto partirà la sperimentazione sugli insegnanti, al palo quella delle scuole.

Il MIUR si è dato 60 giorni per elaborare il regolamento che governerà gli stipendi dei docenti e i finanziamenti alle scuole. In palio c’è una misera mensilità per i prof e fino a 70mila euro per le scuole più meritevoli.

A sorpresa la sperimentazione per la valutazione dei prof ha i numeri per partire, infatti le adesioni sono arrivate a 40 circa. A differenza della sperimentazione delle scuole, le cui adesioni non rimaste al palo: 15 appena.

Siamo ad un passo da una rivoluzione epocale, che vedrà le scuole e i docenti giudicati per la prima volta nella storia della scuola italiana.

Secondo quanto indicato nell’emendamento, il sistema valutativo si baserà su tre cardini:

  • l’Indire, che avrà compito di sostegno ai processi di miglioramento e innovazione educativa, di formazione in servizio del personale della scuola e di documentazione e ricerca didattica
  • l’INVALSI che avrà compiti di predisposizione di prove di valutazione degli apprendimenti per le scuole di ogni ordine e grado, di partecipazione alle indagini internazionali, oltre alla prosecuzione delle indagini nazionali periodiche sugli standard nazionali
  • un corpo ispettivo, composto da oltre 10mila ispettori che avranno il compito di valutare le scuole e i Dirigenti scolastici

Nel regolamento, inoltre, dovranno essere indicati gli standard per la valutazione esterna della scuola

Non a tutti piace, però, un sistema di valutazione che si basi anche sui risultati INVALSI. Ad esempio il prof. Daniele Checchi, ordinario di economia dell’Istruzione alla Statale di Milano, che considera “dati grezzi” quelli raccolti dai test. “I test INVALSI, – come leggiamo in una intervista rilasciata al Sole24Ore – valutano gli apprendimenti curriculari, ma non tengono conto dei fattori di contesto, come quelli familiari, e anche del processo formativo. In più: non misurano le abilità non cognitive. Vale a dire, la capacità di cooperare con gli altri, la creatività, l’invenzione di un ragazzo, che sono invece molto utili nella ricerca del lavoro.”

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