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Ancora sui percorsi sperimentali per la valutazione delle scuole e dei docenti

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Ma il re è nudo o ancora rivestito di bugie?

Al Presidente del Consiglio bisogna dar retta, non fosse altro che per dovere istituzionale. E allora non c’è davvero bisogno di scaldarsi tanto intorno alla valutazione della scuola pubblica italiana e dei suoi docenti. La valutazione è  già bell’e conclusa: i docenti della scuola pubblica non sono altro che inculcatori di idee non rispondenti a quelle della famiglia.

Il fatto è che Silvio Berlusconi sa bene che  una scuola pubblica, in grado di svolgere appieno la sua funzione di formazione democratica delle giovani generazioni, è un antidoto efficacissimo alla torsione autoritaria della società, soprattutto se si cerca di produrre  quella torsione attraverso una teledipendenza di massa.

Altro che valorizzazione del merito!

Come è noto il Ministro Gelmini ha avviato due percorsi sperimentali di valutazione che rappresentano dei tasselli funzionali al disegno complessivo di svilimento della scuola pubblica. I docenti di Torino, Napoli, Milano, l’hanno capito e hanno rifiutato di sperimentare la valutazione dei docenti.Il percorso proposto per la valutazione delle scuole merita, anche ad avviso della FLC, qualche considerazione in più, fermo restando che

  •  la valutazione per essere efficace non può essere imposta, bensì vedere il coinvolgimento partecipe degli attori coinvolti (docenti in primis)
  • se con la valutazione si vuole attivare percorsi virtuosi di miglioramento delle scuole, vanno evitate le classifiche delle scuole poiché,  come è già stato ampiamente dimostrato, le classifiche causano significativi problemi sia per le scuole che per i territori sui quali insistono
  • non è accettabile che, attraverso l’alibi della valutazione, si vadano ad intaccare precise prerogative contrattuali. E’ necessario invece che gli interventi in materia di valutazione vengano definiti all’interno di corrette relazioni sindacali.

Il MIUR ha convocato un Tavolo tecnico, ma lo ha utilizzato esclusivamente per dare informazioni su percorsi, progetti e procedure già avviate, rifiutandosi perfino di illustrare gli strumenti che intende utilizzare per la valutazione. In quella sede la FLC ha ripetutamente avanzato considerazioni critiche e costruttive, a cominciare dai punti contenuti nella piattaforma contrattuale (cfr. “valorizzazione della professionalità” in piattaforma contrattuale)

A tali contributi non ha fatto seguito alcun riscontro da parte dell’amministrazione

Nonostante la scadenza per l’adesione ai progetti fosse già stata procrastinata al 17 febbraio e fosse stata annunciata un’ulteriore convocazione del Tavolo tecnico, nei territori le cose sono tutt’altro che chiuse. Non paga del sonoro, diffuso e motivato NO ricevuto, l’Amministrazione  pur di raccattare adesioni,  continua a convocare riunioni, come recentemente è avvenuto ad Arezzo, insiste nel  blandire (fino a promettere tutto e il suo contrario:  ci saranno finanziamenti anche solo a fronte dell’adesione, i premi andranno a tutti, i premi andranno ai migliori, saranno finanziate le scuole peggiori perché  possano migliorare oppure…);   ridefinisce  le condizioni di svolgimento della sperimentazione (fino a sostenere che ogni istituto che aderisce in pratica può  definire da sè gli strumenti. Cosa si potrà  ricavare da siffatte pratiche, che ci riesce difficile considerare “sperimentali”, non si sa); arriva a suggerire di convocare spezzoni di collegio dei docenti per ottenere adesioni scaglionate al progetto e via andando con le forme creative di aggiramento della volontà dei collegi dei docenti.  

E tutto da farsi entro la fine dell’anno scolastico!

Chi demonizza la valutazione?

La fretta, come si sa,  è cattiva consigliera, al punto che per perorare l’adesione, si sostiene che le posizioni critiche sono una  “demonizzazione” della valutazione.

A noi sembra piuttosto che il MIUR stia offrendo il deprimente spettacolo di uno svilimento sia di una  valutazione che di una  sperimentazione degne di questi nomi.

Per quanto ci riguarda, bastano le nostre posizioni pubbliche e ufficiali, rese note in tempi non sospetti, a dimostrare che consideriamo la valutazione processo doveroso e necessario.

Cogliamo l’occasione per invitare ancora una volta il MIUR a fermarsi, a riflettere sul significato che hanno le difficoltà  incontrate dai percorsi sperimentali, ad avviare un processo di discussione,   di coinvolgimento delle scuole e della società intorno ai temi della valutazione del sistema scolastico, a ripristinare su questo terreno le opportune e corrette relazioni sindacali.

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