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E per il 2012 i 19 mila tagli si fanno per davvero. Il ministero ha stimato quasi 10 mila esuberi.

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A differenza di quanto avvenuto lo scorso anno, quando su 25 mila tagli, 22 mila erano stati in diritto e tre mila in fatto, il prossimo anno non si scherza. I 19 mila posti (19.700, per l’esattezza) che devono saltare nell’organico dei prof devono essere reali, e dunque tutti in diritto, senza nessuna flessibilità.
Anche perché c’è da recuperare un residuo di tagli non fatti: tra i posti per il sostegno dati in più, in ottemperanza alla sentenza della Corte costituzionale, e quelli che tagliare proprio non si poteva perché incidevano sulla funzionalità del servizio, ci sono stati circa 7 mila tagli in meno. Che ora vanno rigorosamente recuperati. Lo hanno detto chiaro e tondo i vertici del ministero dell’istruzione, che stanno predisponendo gli organici per il 2011/2012 in attuazione della manovra del decreto legge 112/2008.
Dalle prime verifiche fatte con le organizzazioni sindacali sull’andamento del personale risulta che sono oltre 27.300 le domande di pensionamento presentate per il prossimo anno, circa 5 mila in più rispetto allo scorso; sono invece 7 mila quelle presentate dal personale ausiliario, tecnico e amministrativo, anche questo andamento in aumento rispetto al 2010-2011. Il maggior numero di cessazioni, stando alle domande presentate, si registra in Campania (con 3.800 docenti e 1.000 Ata), seguita dalla la Lombardia, con 4 mila, e la Sicilia a poco meno di 3.800. Pensionamenti che il ministero conta di controbilanciare con 30 mila assunzioni: la richiesta sarà formalizzata al ministro dell’economia, Giulio Tremonti. Molto più bassa, strettamente legata al turn over, la richiesta per gli Ata, nonostante sia questo il profilo per il quale è più alta l’incidenza della vacanza di posti. Resta per i docenti il nodo degli esuberi, un numero che è stimato in crescita: circa 10 mila tra scuola primaria, 1900, secondaria di primo grado, 1200, e di secondo grado, quasi 6.900.

Esuberi che il ministero non riesce a riassorbire con i pensionamenti, visto che hanno un andamento territoriale e per classi di concorso che non è omogeneo rispetto all’andamento pensionistico. Per il prossimo anno, tra l’altro, per le operazioni di mobilità si continuerà a far riferimento alle attuali classi di concorso, anche se alle superiori scatteranno i nuovi ordinamenti, e le conseguenti riduzioni orarie, per le classi prime e seconde. Le tabelle di confluenza avranno un valore meramente semplificativo. Tanto si accinge a dire una prossima circolare del ministero che istituisce la figura dei docenti atipici: coloro che trovano confluenza in più classi di concorso nelle nuove tabelle.

Nuova mobilità al via

Intanto è fissato per oggi un nuovo vertice tra sindacati e ministero per il contratto della mobilità. Potrebbe essere decisivo per la firma finale. Il 21 marzo è la data papabile per la scadenza della presentazione delle domande per i trasferimenti. Un’intesa che ha accumulato un notevole ritardo a causa della lentezza dei controlli di rito. Ultimati da poco, con il via libera del Tesoro dopo quello già incassato nelle scorse settimane del dicastero della funzione pubblica. E così è sfumato il tentativo di anticipare la scadenza di un paio di settimane per levitare la solita corsa nell’assegnazione del personale alle scuole.(di Sandra Cardi da ItaliaOggi)

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