Abbiamo letto con sconcerto le dichiarazioni del segretario della Flc-CGIL circa l’emendamento “razzista” della Lega, come abbiamo letto in più parti interpretazioni variopinte circa la sentenza della Corte Costituzionale n.41/2011e i suoi effetti.
Di certo è che sulla pelle dei precari della scuola agiscono legislatori incapaci di capire il funzionamento della scuola italiana e associazioni sindacali che operano o per slogan ideologici o per partecipare al ricco bottino dei ricorsi.
Ribadiamo quello che abbiamo già detto chiaramente subito dopo la pubblicazione della sentenza n.41 del 2011 della Corte Costituzionale: la Corte ha dichiarato illegittime dal punto di vista costituzionale le code che erano state inserite dal comma 4-ter del D.L 25/9/2009, aggiunto alla legge di conversione 24/11/2009.
Rimane quindi il diritto di inserimento a pettine in una sola provincia, come stabilito dalla legge 27/12/2006, n.296 che ha modificato le graduatorie permanenti in graduatorie ad esaurimento (governo Prodi, ministro Fioroni), fatto che aveva determinato l’illusione della creazione di graduatorie definitive spingendo molti abilitati del meridione a fare armi e bagagli per andare nelle regioni del nord dove c’erano più posti disponibili costruendo un progetto di vita e affrontando sacrifici enormi.
Non esiste quindi, a nostro avviso, il diritto di essere inseriti a pettine in altre tre province come alcuni ritengono perché ciò potrebbe accadere solo applicando il comma abrogato dalla Corte. Non esistendo più le code, cade il diritto all’inserimento a pettine nelle province aggiuntive.
La riapertura delle graduatorie provinciali deve essere disposta con ordinanza del MIUR, fatti salvi i provvedimenti stabiliti dal legislatore finalizzati all’introduzione di una riforma complessiva del reclutamento, fatto che viene promesso dal 2006 e mai attuato.
In questo senso l’emendamento Pittoni della Lega che bloccherebbe ancora per un anno l’inserimento nelle graduatorie provinciali, fatti salvi gli effetti della declaratoria della Corte Costituzionale, rappresenta il tentativo di procrastinare l’apertura delle graduatorie in vista della presentazione di un disegno di legge sul reclutamento da parte del Consiglio dei Ministri, provvedimento che dovrebbe diventare legge dello Stato entro pochi mesi, pena l’ulteriore degenerazione della situazione. Le forze politiche e sindacali dovrebbero quindi confrontarsi urgentemente sui contenuti delle possibili riforme del reclutamento, invece di perdere tempo in chiacchiere inutili. Così pure si dovrebbe discutere concretamente della possibilità di stabilizzare una volta per tutte il precariato strutturale della scuola mediante una riforma dell’organizzazione degli organici, partendo dal superamento della distinzione tra organico di diritto e organico di fatto e con l’introduzione di organici funzionali territoriali.
Nella guerra ideologica in cui da una parte la Lega difenderebbe i Padani dall’invasione dei “terroni” e dall’altra CGIL, ANIEF, PD, ecc. difenderebbero i Meridionali contro il razzismo dei padani, l’unica cosa certa è che qualsivoglia inserimento a pettine provocherebbe una lesione agli interessi legittimi di molti precari della scuola che stanno lavorando e che sono del meridione.
In alcune regioni del centro-nord i contratti a tempo determinato (supplenze annuali e temporanee) interessano per oltre il 60% docenti meridionali che potrebbero vedere scalzata la loro posizione da altri docenti meridionali. Questa è la realtà. Altro che razzismo! E’ una guerra tra poveri frutto dell’insipienza della politica rispetto ai veri problemi della scuola. (da http://www.gildavenezia.it/)