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La Consulta boccia Gelmini sull’aggiornamento delle graduatorie dei precari

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«Una disciplina eccentrica» con queste parole la Corte costituzionale dichiara illegittima una norma (articolo 1, comma 4-ter) del decreto legge 134 del 2009 perchè viola l’articolo 3 della Costituzione. Ora almeno 15mila precari possono reclamare il ruolo e l’agognata cattedra. Vale a dire che nell’aggiornamento delle graduatorie a esaurimento il personale docente avrà diritto al trasferimento e all’inserimento a pettine secondo il proprio punteggio
(merito) e non secondo l’anzianità di iscrizione in graduatoria (in coda).

La replica del ministero
Per il ministero dell’Istruzione ha parlato a Radio 24 il capo dipartimento Giovanni Biondi: «Sarà inevitabile rifare le graduatorie e stiamo preparando un emendamento da inserire nel milleproporoghe che, rifatte le graduatorie, congeli il meccanismo». «Rispettiamo la sentenza- prosegue biondi-, ma quello che non é stato valutato approfonditamente nella sentenza é che queste sono graduatorie ad esaurimento, quindi il principio del merito, che viene invocato nella sentenza, vale per graduatorie dinamiche in cui un insegnante può poter aggiornare i suoi titoli continuamente. Pensiamo che le graduatorie chiuse invece, che contiamo di esaurire con la progressiva entrata in ruolo degli insegnanti, non dovesse essere sottoposto a questo principio».

La vicenda
La «querelle» sulle graduatorie va avanti da parecchio. Un paio di anni fa l’associazione Anief ha fatto ricorso (15mila ricorrenti) contro l’inserimento in coda dei docenti che cambiano provincia, ma poi il Parlamento, in sede di conversione del cosiddetto salva-precari, ha votato una norma voluta dal ministro Gelmini che lo prevede. Per il Tar Lazio però questa disposizione viola palesemente gli articoli 24 e 113 della Costituzione. Di qui il ricorso alla Consulta. «A questo punto – dichiara soddisfatto il presidente nazionale dell’Anief, Marcello Pacifico – il ministro Gelmini dovrebbe prendere atto di non essere stata capace di gestire le graduatorie del personale docente, dovrebbe assumersi la responsabilità di aver creato un profondo danno erariale alle casse dello Stato e sanare la posizione dei ricorrenti aventi diritto, senza nulla togliere ai docenti già individuati nei ontratti, come da prassi corrente». Secondo Pacifico, la sentenza «spazza via ogni dubbio anche a chi, in questi giorni, ha proposto la proroga delle graduatorie in emendamenti specifici al Milleproroghe in discussione al Senato: è evidente, infatti, che un blocco o una cancellazione delle stesse graduatorie violerebbe i principi richiamati dal giudice delle leggi».

Le reazioni politiche
Soddisfatto per il pronunciamento della Consulta il Pd. Sottolineando che la sentenza «avrà effetti devastanti» perchè «l’amministrazione sarà costretta ad assumere tutti quei docenti che, collocati in coda, nelle graduatorie aggiuntive, si sarebbero trovati in posizione utile per l’immissione in ruolo». Tonino Russo, componente della Commissione cultura della Camera, sollecita le dimissioni del ministro dell’Istruzione:«A fronte dei danni incalcolabili causati dalle norme eufemisticamente definite “eccentriche” dalla Consulta, alla Gelmini non resta che un ultimo atto di dignità: rassegnare le dimissioni». Anche per la responsabile scuola del partito Francesca Puglisi la sentenza della Corte «certifica l’incapacità di un ministro che procede non per atti ma per pasticci».

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