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ADIDA chiede ritiro del Decreto sulla formazione iniziale o una modifica per l’accesso diretto ai TFA di tutti i docenti con esperienza

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L’associazione Adida (Associazione Docenti Invisibili Da Abilitare), ravvisata la totale e irresponsabile volontà del Ministero dell’Istruzione, esplicitata nel decreto 249 pubblicato su G.U. n. 24 del 31 gennaio, di non dare pressochè seguito, in alcun modo, al diritto alla formazione, maturato da migliaia di insegnanti in servizio da anni presso la scuola pubblica, intende assumere tutte le iniziative in ambito politico e giuridico, per reagire a questa insensata esclusione.

La reiterazione continua di contratti a tempo determinato ha posto questi lavoratori sul piano giuridico, umano e professionale, nella legittima attesa di garanzie sulla continuazione della propria carriera. D’altra parte una loro esclusione dal sistema nazionale di istruzione, che verrebbe rimpiazzata da personale privo di esperienza e da formare ex novo, costituirebbe un’insopportabile dispersione di risorse che danneggerebbe inevitabilmente la qualità delle attività didattiche.

I docenti da abilitare, rappresentati dall’associazione Adida, chiedono, sulla base anche di quanto sostenuto da tutte le associazioni sindacali del settore, nonchè dal Consiglio di Stato e dal Consiglio Nazionale di Pubblica Istruzione, l’immediato ritiro del Decreto o una modifica dello stesso che contempli l’accesso diretto ai Tirocini Formativi Attivi di tutti i docenti con una certa esperienza.

Per non accettare passivamente una scelta del Governo che produce solo disoccupazione e ingrossa le fila del precariato verranno avviati, nei prossimi giorni, i ricorsi necessari di impugnazione del provvedimento e verrà rinnovato l’appello alle forze politiche e sindacali perché non venga ignorato il grido di protesta che si leva da chi vuole difendere il proprio futuro professionale e con esso la propria dignità.

Tutti i docenti che vorranno aderire all’associazione riceveranno l’assistenza legale necessaria per richiedere l’ammissione ad una procedura abilitante, nella certezza che la qualità di un buon insegnante non si misura nel possesso di un titolo e che i diritti non possono essere aboliti per un insensato regolamento che contraddice apertamente quanto sancito dall’articolo 35 della Costituzione e stabilito dalle normative europee. Si sottolinea inoltre l’illogica e irrazionale dispersione di risorse economiche, in un periodo di crisi e restrizioni forzate, che questa volontà punitiva nei confronti dei lavoratori, contenuta nel Regolamento, genera.

E’ il caso di ricordare infatti che nel corso dei vari ultimi anni scolastici il Miur ha investito ingenti risorse in progetti e attività di formazione per il personale in servizio, precario e in ruolo, a cui hanno
potuto accedere molti docenti da abilitare, desiderosi di completare il proprio curriculum e la propria preparazione. Tutto ciò sarebbe da considerare inutile se si confermasse, anche nei fatti, la scelta di procedere alla selezione di nuove leve, senza riconoscere e anzi con l’intenzione di annullare qualsiasi priorità per chi già opera da anni con dedizione nella scuola italiana di ogni ordine e grado, con la
conseguenza della necessità di alti livelli di spesa da parte dello Stato e dei diretti interessati per l’avvio di lunghi percorsi di formazione destinati a preparare dal nulla nuovi insegnanti.

Per il bene della scuola pubblica e per il rispetto umano e civile di chi ha investito il proprio futuro in una professione svolta con coscienza e non raro spirito di sacrificio, Adida si batterà in tutte le sedi opportune, senza indugio alcuno, per ottenere ciò che è logico, giusto e opportuno che avvenga.

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