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Stop all’emigrazione dei precari. Congelate le graduatorie, sarà impossibile cambiare provincia

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I precari che intendono cambiare provincia dovranno aspettare ancora un anno. Nel decreto milleproroghe approvato dal consiglio dei ministri il 22 dicembre scorso è previsto, infatti, il prolungamento di un anno della vigenza delle attuali graduatorie a esaurimento (come anticipato da ItaliaOggi del 7 dicembre scorso).
E quindi chi sperava di giovarsi dell’inserimento a pettine in altra provincia, in occasione dell’aggiornamento delle graduatorie, inizialmente previsto per quest’anno, sarà costretto a rimanere dov’è. Almeno per l’anno scolastico 2011/2012. La proroga è stata motivata con la necessità di attendere che venga emanato il nuovo regolamento sul reclutamento del personale docente, previsto dall’art.1, comma 416 della legge 244/2007. Oltre a bloccare la mobilità tra una provincia e l’altra, la proroga preclude ai precari la possibilità di far valere, già dall’anno prossimo, il punteggio maturato negli ultimi due anni. E ciò vale sia per il punteggio di servizio che per il punteggio dei titoli (master, corsi di perefezionamento, altre lauree, dottorati ecc.).
L’effetto preclusivo dell’incremento dei punteggi dovrebbe essere defintivo. Ma non è detta ancora l’ultima parola per la possibilità dell’inserimento a pettine. Che potrebbe addirittura avvenire nelle cosiddette province di coda, se la norma sul divieto di trasferimento dovesse essere cancellata dalla Corte costituzionale. E ciò potrebbe avvenire anche a breve. Perchè la Consulta dovrebbe esprimersi sulla questione il 26 gennaio prossimo. Ecco qualche dettaglio in più. La normativa attualmente in vigore preclude ai precari la possibilità di cambiare provincia inserendosi a pieno titolo nella graduatoria a esaurimento della provincia di arrivo. Ma consente agli interessati di ottenere l’inserimento in coda alle graduatorie a esaurimento di altre 3 province. In pratica, dunque, il docente precario già inserito in una graduatoria a esaurimento, non può uscire dalla graduatoria di appartenza per andare nella graduatoria di altra provincia a pieno titolo. Ma ha diritto ad essere inserito in coda nelle graduatorie di altre 3 province.
Questa preclusione ha suscitato un forte contenzioso. E il Tar del Lazio ha dato sistematicamente ragione ai precari che hanno chiesto l’inserimento a pettine anche nelle graduatorie di coda. E quindi il legislatore è intervenuto con una interpretazione autentica della normativa che dispone il divieto di mobilità. Ribadendo tale preclusione fino a quest’anno. E disponendo la riattribuzione del diritto alla mobilità da settembre 2011. Ma il governo ha disposto con il milleproroghe che i trasferimenti da una provincia ad un’altra non si faranno neppure quest’anno. E ha rimandato tutto all’anno prossimo. Nel frattempo, però, il Tar del Lazio, con l’ordinanza n. 230 del 5 febbraio 2010, ha ritenuto non manifestamente infondata una questione di legittimità costituzionale, presentata da alcuni ricorrenti. Che riguarda proprio la norma sull’inserimento in coda nelle province diverse da quella di appartenenza del precario interessato. E se la Consulta dovesse dichiarare l’incostituzionalità della norma contro il pettine, i precari avrebbero gioco facile a pretendere di essere inseriti a pettine nelle 3 graduatorie di coda delle ulteriori province dove risultano attualmente. E quindi si verificherebbe una sorta di copresenza a pieno titolo nelle graduatorie di 4 province contemporaneamente. Le sezioni unite della cassazione, peraltro, hanno ricordato di recente che il giudice al quale bisogna chiedere giustizia in materia di graduatorie non è il Tar, ma il giudice ordinario. Ma la legge prevede che, anche se il giudizio principale si estingue (nel nostro caso quella davanti al Tar) la pronuncia della Corte costituzionale vale lo stesso. E quindi se la Consulta deciderà in favore dell’inserimento a pettine, l’amministrazione dovrà adeguarsi. (di Carlo Forte da ItaliaOggi)

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