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Lezione di sesso esplicito a scuola I genitori: «Via la maestra»

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È accaduto a Novara in una classe di bambini di quinta elementare. L’insegnante si è difesa sostenendo di avere risposto alle domande per non creare ulteriori morbosità

Una lezione di educazione sessuale troppo esplicita, anche se a parole, non è piaciuta ai genitori degli alunni di una quinta elementare della scuola «Bollini» di Novara che hanno chiesto l’allontanamento dell’insegnante di scienze. L’accusa è di avere risposto in maniera dettagliata a domande su rapporti orali e masturbazione ma di avere anche approfondito temi come il piercing sui genitali, frustini e manette.

IL DIRIGENTE – «Credo – commenta il dirigente scolastico Vincenzo Guarino – che la maestra abbia commesso una grave ingenuità. Non ha saputo capire che linguaggi e argomenti di un certo tipo possono essere usati nei confronti di ragazzi di terza media e non con alunni di quinta. È vero che ha risposto a domande che le sono state avanzate ma c’è modo e modo di interloquire. Ora le ho chiesto una relazione scritta e poi valuteremo». La maestra si è difesa sostenendo di avere seguito le direttive impartite a suo tempo da un corso per insegnanti sull’educazione sessuale: rispondere alle domande per non creare ulteriori morbosità. Una parte dei genitori non intende però fermarsi alle scuse che l’insegnante, nel corso di un burrascoso colloquio, avrebbe fatto: «Ormai il danno è fatto – affermano – ma non vogliamo che i nostro ragazzi abbiano più a che fare con lei in questi ultimi mesi di scuola elementare».

LA PROTESTA – La maestra, che oggi non era a scuola, tiene il suo corso nelle quinte delle tre sezioni dell’istituto. Quello che il dirigente della scuola dovrà appurare è perchè solo i genitori di una abbiano adottato la clamorosa protesta. Anche nelle altre due, secondo indiscrezioni non confermate, sono stati toccati gli stessi argomenti ma nessuno ha inscenato forme di protesta. «Non volevamo crederci – spiega una mamma parlando dei racconti fatti dai bambini quando sono tornati a casa dopo la lezione – e abbiamo iniziato una serie di telefonate al termine delle quali abbiamo avuto purtroppo la conferma di quella che era accaduto». L’insegnante, di fronte alle proteste della rappresentante di classe, si è resa conto che forse era andata oltre ed è scoppiata in lacrime. «Non appena ho avuto la richiesta di un colloquio da parte di alcuni genitori – sottolinea il direttore didattico Vincenzo Guarino – mi sono subito messo a disposizione. Non ero a conoscenza della cosa perchè l’insegnante non ci aveva fatto partecipe delle sue iniziative e neppure si era confrontata con le colleghe. Quando ho saputo che cosa fosse successo ho subito interpellato la maestra e ho avuto conferma che, effettivamente, aveva toccato quegli argomenti a seguito della domanda di un allievo. Ma ha evidentemente sbagliato tempi e modi: non si può parlare ad un bambino di 10 anni come a un ragazzino di 14».

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