210 genitori dell’Istituto comprensivo di Bruino hanno promosso una ‘class action’ contro il Ministero della pubblica istruzione a salvaguardia della gratuità della scuola pubblica.
E’ la prima azione di questo tipo intrapresa in Italia da una scuola: l’obiettivo è quello di ottenere la liquidazione dei residui attivi per ripristinare la corretta erogazione del servizio.
“Dal 2006 ad oggi”, spiega Claudio Stacchini, presidente del consiglio di istituto, “l’Istituto comprensivo di Bruino ha maturato un credito di 133 mila euro e se il ministero non avesse tagliato i fondi, i genitori non sarebbero stati costretti a pagare per il funzionamento della scuola. Lo scorso anno, infatti, i genitori su base volontaria hanno dato un contributo di 25 euro per ogni alunno che quest’anno è diventato di 50 euro. Con quanto raccolto sono stati pagati, per esempio, 1.300 euro per l’acquisto di sapone e carta igienica, 1.600 per risme di carta, 3.000 euro per cartucce e toner, 4.000 euro per materiale didattico vario”.
L’iniziativa legale è sostenuta dalla Flc-Cgil torinese che ha fornito ai genitori il supporto organizzativo e legale.