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Direttiva 1999/70/ce: sentenza choc e guai in vista per le casse dello Stato

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“Sono circa 180 mila, tra Docenti ed A.T.A. i precari che sperano adesso di essere assunti dopo la sentenza choc del Giudice di Siena”
Diventerà senz’altro il Giudice del lavoro più famoso d’Italia, quello del Tribunale di Siena, Diego Cammarosano, se riuscira’ in giudizio a confermare quanto emesso in primo grado: cioé l’aver decretato, la trasformazione automatica del contratto di una docente da tempo determinato a tempo indeterminato DOPO LA REITERAZIONE DI 6 CONTRATTI A TEMPO DETERMINATO, con i quali la docente era stata assunta a inizio anno e licenziata puntualmente alla fine delle lezioni.
“UN VUOTO FISIOLOGICO E NON ECCEZIONALE, su un posto vacante, che nessun risarcimento può soddisfare del bene della mancata assunzione”.
Questa in sintesi l’interpretazione del giudice, che trova ragione in una problematica vecchia, più volte stigmatizzata, ma che recupera una sua legittimità, in una sentenza che farà discutere, ma che non fa altro che attenersi alla Direttiva Comunitaria 1999/70/CE recepita attraverso il D.Lgs 368/01.
D’altro canto il personale precario assunto dallo Stato e poi licenziato, dopo aver sforato il tetto dei tre contratti reiterabili su posti resisi vacanti, si è sottoposto precedentemente a procedure concorsuali, per cui l’interpretazione del giudice del lavoro a mio modesto parere è sacrosanta, anche nel rispetto della Carta costituzionale, più volte ripresa dal Capo dello Stato.    
Una interpretazione quella data dal Giudice Cammarosano, in primo grado,  che trova giustificazione, in una normativa sovranazionale recepita da Decreto Legge, e dalle varie pronunce della Corte di Giustizia Europea, a dispetto del Decreto 134/2009, facilmente disapplicabile, che si limita a garantire, attraverso C.T.D. stipulati per il conferimento delle supplenze  LA COSTANTE  e “NON ECCEZIONALE” erogazione del servizio scolastico ed educativo, che non possono in alcun caso trasformarsi in rapporti di lavoro a tempo indeterminato e consentire la maturazione di anzianità utile ai fini retributivi prima della immissione in ruolo.
Sarebbe auspicabile che il Ministro della P.I. e il collega dell’economia anziché pensare agli espedienti per risparmiare, ascoltassero il Presidente della Repubblica, i Sindacati e la Commissione Europea tenendo in considerazione le proposte ragionevoli di un piano programmatico di assunzioni pluriennali in tre anni, che scongiuri l’ipotesi di una prevedibile valanga di ricorsi al Giudice del lavoro, con eventuali, posto fisso assegnato per sentenza e risarcimenti dei danni subiti per l’attesa, a danno delle Casse dello Stato.    

Mario Di Nuzzo (mario.dinuzzo@libero.it)

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