Dalla Lombardia giunge la notizia che dal prossimo mese di settembre un istituto su quattro (386 su 1.286) sarà affidato in reggenza al dirigente di un’altra scuola, perché privo di titolare. Alcune centinaia di DS dovranno quindi gestire due scuole, dedicandosi ad esse part-time.
Pensionamenti più o meno anticipati, trasferimenti fuori regione e blocco dei concorsi ordinari (in Lombardia non se ne fanno dal 2004) hanno creato un vuoto d’organico che l’anno prossimo potrebbe aggravarsi, dati i tempi lunghi degli eventuali nuovi concorsi.
C’è chi ritiene cha la prospettiva sia insostenibile, e che i dirigenti scolastici non possano esercitare bene la loro funzione lavorando part-time in due scuole diverse (magari con succursali e sedi staccate). A nostro avviso non è detto che sia sempre e necessariamente così. Anzi, la situazione determinatasi in Lombardia potrebbe prestarsi a qualche forma di sperimentazione organizzativa innovativa.
La figura del dirigente scolastico è infatti sempre più distante da quella del preside di un tempo (nella scuola secondaria superiore erano addirittura richieste particolari lauree), e le funzioni di management prevalgono ormai nettamente su quelle educativo-didattiche. A certe condizioni, che potrebbero essere oggetto di verifica nella sperimentazione, potrebbero addirittura esserci dei vantaggi nell’affidare una rete di scuole allo stesso dirigente. D’altra parte è noto che in altri sistemi scolastici europei e non europei esistono istituzioni scolastiche, affidate a un unico capo d’istituto, con diverse migliaia di studenti. Perché non provare ad andare oltre le vecchie logiche meramente quantitative nel dimensionamento delle istituzioni scolastiche?