Restano i tagli ed il blocco di contratti e scatti nella scuola
Il Parlamento ha varato definitivamente la Manovra Finanziaria-Massacro che, nonostante il grande successo dello sciopero degli scrutini indetto dai COBAS che ha bloccato per due giorni 25 mila classi, prevede, insieme ad altri provvedimenti disastrosi, i tagli alla scuola pubblica (spariranno da settembre 41 mila posti di lavoro, con massiccia espulsione di precari) ed il blocco dei contratti, mentre per gli scatti di anzianità lo sciopero degli scrutini ha spinto Tremonti a partorire un furbesco emendamento di apparente modifica del blocco per ingannare docenti ed Ata. Tale emendamento promette un decreto ad hoc per un possibile recupero degli scatti bloccati che, data la cifra citata, sarebbe irrisorio e di cui non si danno neanche tempi certi, lasciando nei fatti in vigore il blocco e smentendo clamorosamente le vanterie alla Bonanni (il segretario generale Cisl, sindacato che non ha mosso un dito contro la Finanziaria) , che si era pavoneggiato sostenendo di aver convinto Tremonti a ripristinare gli scatti senza un’ora di sciopero.
Ricordiamo che, a fronte di stipendi inferiori del 50% alla media dell’Europa occidentale, il blocco triennale dei contratti (che varrà per tutto il Pubblico Impiego) sottrarrà a docenti ed Ata una media di 2000 euro nel triennio, mentre ancora più pesante sarà il blocco triennale degli scatti di anzianità (unica forma di avanzamento economico nella scuola) che deruberà i lavoratori/trici di 30 – 40 mila euro nel corso dell’intera carriera.
I COBAS decidono pertanto fin d’ora di intensificare la lotta, dicendo NO alla scuola-miseria e agli stipendi-miseria.
Contro l’impoverimento della scuola pubblica, i tagli di posti di lavoro, classi, materie ed orario, l’espulsione dei precari, la riforma delle scuole superiori, per “sbloccarsi” recuperando scatti di anzianità e contratto, i COBAS invitano docenti ed Ata a rifiutare fin da settembre ogni forma di “collaborazionismo” nelle scuole, ogni genere di attività aggiuntiva e lavoro volontario oltre gli stretti impegni contrattuali, bloccando tutti i progetti e le attività aggiuntive (con conseguente distribuzione egualitaria del fondo di istituto), le cattedre extra-large oltre le 18 ore (che sottraggono posti di lavoro ai precari), le attività di coordinamento, le gite scolastiche, l’accettazione in aula di alunni/e di altre classi.
Ulteriori iniziative di lotta verranno decise, se il governo continuerà ad essere sordo rispetto alla protesta del popolo della scuola pubblica, nella riunione dell’Esecutivo Nazionale dei COBAS che si terrà a Roma (11-12 settembre) alla ripresa delle lezioni scolastiche.
Piero Bernocchi, portavoce nazionale COBAS