Libero Tassella (Professione Insegnante) – Ci hanno tolto gli scatti, la progressione di carriera, conservarla per la CISL sarebbe stato utopistico, ciò appare dalla lettura del suo comunicato del 15 luglio in cui è presentato come grande risultato la sola promessa di un risarcimento economico esclusivamente per chi matura lo scatto nel prossimo triennio, sempre che i Ministeri Istruzione e Finanze si mettano d’accordo, sentite le OOSS, utilizzando a questo fine soldi già nostri, presi dai tagli delle classi, cioè dalla dismissione della scuola pubblica statale; ma gli scatti in pratica non ci sono più.
Non credo che l’altro ramo del Parlamento ora possa correggere quanto è stato approvato in Senato, non c’è tempo e poi, come sappiamo, ancora una volta sarà posta la fiducia da parte del governo Berlusconi. Se la finanziaria dei tagli è stata quella della dimissione della scuola pubblica statale con la perdita di migliaia di posti di lavoro, questa seconda è la finanziaria della miseria per gli insegnanti italiani.
Credo che non ci resti, una volta che la legge sarà pubblicata in G.U., che organizzare un ricorso al tribunale delle leggi per il ripristino della nostra carriera economica. Intanto ci bloccano il contratto di lavoro e incamerano i beni dell’Enam che generazioni e generazioni di maestri avevano cumulato con trattenute prelevate obbligatoriamente dalla loro retribuzione; è una finanziaria per noi estremamente punitiva, dicevamo della miseria. Siamo puniti per la nostra debolezza politica, sociale e sindacale, ad altre categorie è andata meglio, mentre la casta è stata solo marginalmente toccata. Oltre alla divisione dei sindacati – da una parte la FLC-CGIL, dall’altra CISL UIL SNALS e FGU – abbiamo assistito a un’operazione mai vista prima, la concertazione resa spettacolo in un teatro romano prima, il Quirino (prima fase: quella della lamentela) e poi presso un auditorium romano con la presenza del ministro Tremonti (seconda fase: della proposta-baratto) conclusa con la visione di gruppo del secondo tempo di una partita di calcio dei recenti mondiali, con il pubblico costituito dalla dirigenza centrale e periferica dei sindacati scuola del cartello CISL UIL SNALS e FGU e dei loro rispettivi segretari confederali.
Quello che abbiamo subito definito “Il baratto del teatro Quirino”, al momento dell’approvazione del testo della finanziaria della crisi al Senato si è trasformato in una colossale beffa ai danni di tutto il personale della scuola. Ci auguriamo che i colleghi ora sappiano finalmente tirare le somme e punire pesantemente in termini di revoche e di voti RSU (novembre 2010) gli attori complici consapevoli o meno, sotto la regia di Raffaele Bonanni, di un governo che dopo aver tagliato posti di lavoro in pratica ora elimina ogni reale miglioramento di stipendio in tutta la nostra vita lavorativa.
A niente valgono, da parte delle OOSS del teatro Quirino, per sentirsi assolti agli occhi della categoria e dei propri iscritti, i comunicati che contestano ex post quanto fino a un momento prima si era concertato con il ministro Tremonti; quegli stessi sindacati, da indiscrezioni che circolano nel mondo sindacale della capitale, per paura di perdere consenso e rappresentatività, starebbero tentando, con la collaborazione del governo amico – al quale hanno consegnato 3 miliardi e 350 milioni in cambio di una promessa – di rinviare ancora una volta le elezioni RSU del novembre 2010. Il rinvio concordato sarebbe la contropartita alla scomparsa definitiva della nostra progressione di carriera, indicata questa addirittura come utopistica in periodo di recessione. Il meccanismo è semplice: Brunetta ritarda la definizione dei comparti e le RSU sono rinviate sine die mummificando la rappresentatività sindacale nella scuola alla situazione del 2006.