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Incontro con il Ministro dell’Istruzione. Siracusa, 10 Luglio 2010

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In questi anni di protesta, di sacrifici personali in termini di tempo, di riunioni, di telefonate, di salute psicofisica, di viaggi della “speranza” per manifestare a Roma, Palermo, Catania (spesso in situazioni disagiate), di documenti consegnati, di cortei, di slogan, di anticamera presso questo o quel politico, di parole, di sorrisi, di strette di mano, di sguardi indifferenti, di giudizi sgradevoli, di false promesse, di false illusioni, di tradimenti ideologici, di amare considerazioni ci sosteneva la certezza che la causa che stavamo perorando avesse prima o poi l’epilogo sperato!
Qualcuno, pensavamo, prima o poi avrebbe capito ciò che per noi era così chiaro e come in ogni buona favola che si rispetti sarebbe arrivato il lieto fine!
Ma come in ogni bel sogno che si rispetti siamo state costrette al risveglio: abbiamo capito che non dovevamo impegnarci per far capire, per avvisare che si stava commettendo un errore madornale; no, di quello, l’attuale classe politica, era certa e consapevole.
Purtroppo il nostro interlocutore doveva essere il/la nostro/a collega; colui o colei che incontrandoci per strada, casualmente, magari durante le fasi concitate dello shopping, ti racconta da quanti anni è precario/a o di ruolo e quanto soffre nella situazione che sta vivendo e quanto si sente frustrato/a per la mancata realizzazione professionale e personale, di come è difficile senza stipendio vivere dignitosamente!
Dovevamo, cari colleghi con cui ho condiviso questa “battaglia”, andare a protestare sotto casa di costui/costei!
Fischiare sotto la loro finestra, costruire slogan contro l’indolenza, la furbizia, l’opportunismo di chi manda a “combattere” le proprie battaglie gli altri e nel frattempo si occupa del proprio giardinetto per vie traverse.
Voglio anche sottolineare che la metodica del demandare e quindi del “non ti preoccupare, ci penso io”, del pietire aiuto per le proprie cause personali a scapito delle “cause” generali e di principio ci ha condotto a questo tipo di situazione: altri possono vendersi la tua pelle a proprio vantaggio personale!  Ma continuate così: facciamoci male!
Ma non vi permette più di condannare il sistema, di mostrarvi sbigottiti, affranti e partecipi; non più, vi prego.
Non posso più sopportare di perdere il mio tempo per consolarvi, spiegarvi, incitarvi, motivarvi; basta!
Il tempo dei piagnistei è finito. Con questo sfogo personale voglio anche ringraziare coloro i quali sono stati presenti sempre e nonostante tutto; voglio confermare, a me e a voi, che c’è ancora gente che crede in se stessa e nella legalità, nella possibilità di farcela con i propri mezzi e, nel nostro caso, con la propria passione!
Con questa nota voglio ringraziare, ad uno ad uno, quanti hanno partecipato spesso e quindi anche ieri alle nostre e “comuni” manifestazioni di dissenso ma allo stesso tempo, perdonatemi lo sfogo, volevo “condannare” aspramente gli altri, gli assenti, gli ingiustificati e gli ingiustificabili!
Adesso vi racconto l’incontro con la Gelmini:

-ho tenuto a sottolineare con il ministro che la nostra protesta non nasce da uno scontro ideologico politico e che la superficialità con la quale ci appellano come i 4 comunisti è ingiusta e proficua solo ad accattivarsi la parte debole culturalmente dell’opinione pubblica;

-le ho parlato degli anni di precariato in attesa di una “giusta collocazione” e quando mi ha giustamente fatto notare che loro governano da relativamente meno tempo ho risposto che però “loro” sono arrivati al momento giusto, volendo sottolineare che comunque c’è la loro attiva partecipazione al mio disagio;

-le ho detto che non era il caso che le parlassi delle fasi della “distruzione” attuata alla scuola pubblica perché meglio di lei non poteva saperlo nessuno ma piuttosto ho voluto impiegare il tempo proponendole di aprire un tavolo tecnico con gli insegnanti, precari e non, per scegliere insieme le strategie migliori atte ad affrontare la crisi economica e quindi il risparmio necessario; perché nessuno meglio di noi si può arrogare il diritto di conoscere la “scuola” e le sue necessità; perché in tutti questi anni NOI abbiamo imparato a conoscere aspetti negativi e positivi dell’istituzione scolastica in generale e quindi siamo una fonte attendibile alla quale riferirsi nel caso di tagli e nel caso di potenziamento.

-le ho detto che eravamo profondamente delusi dal fatto che i tagli, nella scuola e negli altri settori, fossero iniziati colpendo innanzitutto le fasce deboli e non tagliando i privilegi di coloro i quali, in questi lunghi anni, hanno riempito le loro tasche e continuano a farlo incuranti, o meglio, consapevoli della situazione critica che vive l’economia del nostro Paese; ho auspicato che si cominci da questa gente, dalle tante organizzazioni inutili ma tanto, tanto proficue per taluni; le ho chiesto di dimostrare di non aver paura nel toccare i privilegi dei pochi anche se questo significherebbe farsi nemici le caste “eccellenti”; di scegliere, insomma, la strada più difficile anziché quella più facile;

-le ho palesato che, come previsto, la salva-precari non ha avuto effetti positivi o risoluti ma anzi ha incrementato la guerra tra poveri perché coloro che hanno lavorato con le supplenze temporanee in virtù di questo provvedimento lo avrebbe fatto comunque ed invece tutelando le graduatorie d’Istituto avrebbe lavoricchiato anche il precariato più giovane.

– Tra gli altri interventi si è parlato di sostegno agli alunni diversamente abili e in questo caso le ho ricordato la presenza, nella nostra provincia, del polo industriale e della responsabilità civile che adesso abbiamo di assicurare una vita di relazione il più possibile adeguata a coloro che ne hanno fatto le spese in termini di salute!!

-Quando è stato trattato il problema del personale ATA e dei forti tagli subiti si è auspicato un taglio alle cooperative che si occupano delle pulizie degli edifici scolastici in modo da risparmiare sulle spese a vantaggio del personale precario e, anche in questo momento, le ho proposto di tagliare i privilegi politici che ne derivano, perché sappiamo bene di cosa vivono tali iniziative (favoritismi, sacche elettorali, etc) a favore delle graduatorie che palesano invece chi ha diritto per anzianità di servizio al lavoro e chi no!
In conclusione ha dichiarato la propria disponibilità al dialogo e già il 15 Luglio, in occasione della manifestazione del CPS Nazionale al MIUR potrebbe esserci un ulteriore incontro per programmare le modalità di questa nostra partecipazione, collaborazione e interscambio.
Ritengo che anche questo tipo di esperienza andava fatta; aspetto di vivere gli sviluppi futuri prima di illudermi che, questo incontro, possa aver prodotto risultati positivi; l’esperienza maturata in questi anni mi induce a mantenere fermamente i piedi per terra;
le parole NON mi bastano più, non più ormai.

Cristina Formosa

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