Nel corso di queste riunioni del collegio dei docenti, gli insegnanti avrebbero dovuto “ritoccare” i punteggi di alcuni ragazzi alzando loro i voti. Alla richiesta della preside, i docenti si sarebbero opposti sostenendo che in questo modo – con gli scrutini così in anticipo – avrebbero privato gli altri alunni della possibilità di riparare o di migliorare i voti di ammissione. La preside avrebbe comunque inviato al ministero per via informatica, i punteggi di ammissione dei ragazzi.
Nel corso, poi, dello scrutinio finale, dopo gli esami di Stato, alcune insegnanti avrebbero contestato duramente il «modus operandi» e si erano rifiutate di sottoscrivere atti “ritoccati” e in odore di falsità. Nonostante questo il presidente della Commissione la prof. Rosa Russo, non avrebbe tenuto in alcun conto i rilievi mossi, tenendo un collegio dei docenti in assenza di quegli insegnanti che avevano denunciato le “stranezze” dei punteggi. A nulla sarebbero valsi gli ammonimenti dei sindacati dei Cobas della scuola e, peggio, quelli dei carabinieri che si sarebbero presentati una prima volta a scuola nella serata del 29 giugno. Fino al sequestro, completato ieri, di tutti gli atti relativi agli esami, adesso sul tavolo del pm.
Per il momento i nomi della preside Nunziata Blancato e della presidente di Commissione, Rosa Russo, sono stati iscritti nel registro degli indagati con l’ipotesi di reato di abuso d’ufficio e falso. Se si dovessero concretizzare accuse di questo genere 120 ragazzi (spalmati su 5 sezioni) rischiano di verdersi invalidati gli esami che hanno appena sostenuto.