Un comunicato dell’Anief informa che, su ricorso (n. 75/2010) presentato dal legale dell’Associazione, il Tar trentino con un’ordinanza cautelare (n. 73/2010) ha sospeso provvisoriamente l’efficacia del bando per l’aggiornamento straordinario delle graduatorie provinciali di Trento, perché ha ritenuto non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale del c. 8, art. 67 della Legge provinciale 19/09.
Ha sospeso quindi gli effetti della graduatoria e ha rimesso gli atti alla Corte costituzionale.
Il dispositivo ritenuto illegittimo e voluto dalla Giunta provinciale di Trento, prevedeva all’atto dello straordinario aggiornamento delle graduatorie quadriennali del personale docente l’attribuzione di ulteriori 40 punti (ai 12 punti valutati) per ogni anno di servizio svolto in una qualsiasi scuola della provincia autonoma di Trento per un massimo di cinque anni valutabili (200 punti).
Il Tar ha accolto la tesi del Sindacato che aveva denunciato la violazione degli artt. 97 e 3 Cost., posto che la sede di svolgimento del servizio non potrebbe depotenziare i titoli di studio e di esperienza dell’insegnante; degli artt. 3, 4 e 120 Cost., in quanto sarebbe per tale via ostacolata la libera circolazione del personale insegnante fra le regioni; degli artt. 117 Cost. e 149 e 150 del trattato U.E., nonché del canone generale di ragionevolezza delle leggi, visto l’elevato punteggio attribuito in via retroattiva in ragione della sola continuità di servizio in Provincia di Trento.
Le graduatorie provvisorie pubblicate il 17 giugno, dove sono inseriti migliaia di docenti, sono ora da rifare.
L’Anief, dopo l’ordinanza di sospensiva, ha così commentato, per voce del suo presidente, Marcello Pacifico: Sia l’Europa, sia la giustizia italiana ci dicono che è illegittima qualsiasi norma che introduca delle barriere alla libera mobilità dei lavoratori (graduatorie di coda) o dei criteri discriminanti nell’assunzione del personale della pubblica amministrazione (punteggi aggiuntivi legati al servizio svolto nella provincia di residenza). Siamo contenti di questa pronuncia, che rispecchia anche una precisa presa di posizione della UE, e che dovrebbe contribuire ad allontanare il pericolo dell’introduzione di albi regionali o domicili professionali, evidentemente incostituzionali perché sottesi agli stessi principi censurati.