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Sezioni primavera. Con i tagli imposti dal Governo a rischio la prosecuzione del servizio

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Scuola  Per l’accordo con le Regioni ancora nessun testo predisposto dal Miur. Si profilano mesi di incertezza per migliaia di famiglie.

Sezioni primavera. Con i tagli imposti dal Governo a rischio la prosecuzione del servizio

21-06-2010 | Scuola

Per la realizzazione delle sezioni primavera, l’anno scorso, in Conferenza Unificata Stato-Regioni, fu siglato l’Accordo nazionale per l’a.s. 2009-2010 il 29 ottobre 2009; ad anno scolastico inoltrato, dopo aver lasciato per mesi migliaia di famiglie nell’incertezza circa la prosecuzione del servizio per i loro figli. La causa del ritardo fu l’atteggiamento prevaricante del Governo verso l’autonomia delle Regioni. Un atteggiamento grave che portò allo stallo istituzionale.

Il Miur non ha mai diffuso – né quest’anno, né i due precedenti – i dati completi di monitoraggio e verifica dell’attività delle sezioni primavera e non ha mai attivato la cabina di regia prevista dall’accordo nazionale, di cui peraltro ha la titolarità, per valutare gli esiti della gestione del servizio.

L’attuale gestione del Miur non ha mai considerato importanti i temi dell’infanzia e della sua scuola, basti pensare allo stravolgimento dell’assetto della scuola dell’infanzia con la reintroduzione degli anticipi. Le sezioni primavera per il Ministero dell’istruzione sono state solo un impegno di risorse economiche, ereditato dal precedente governo.

Eredità sgradita, evidentemente, dato che il Ministro si è sottratto ai suoi compiti istituzionali, non ha mai esercitato la propria titolarità, ha lasciato senza interventi di supporto le scuole statali che, pur tra mille ostacoli, hanno aderito al progetto delle sezioni primavera.

Gli stessi dati sulla rilevazione dell’offerta educativa di servizi all’infanzia, diffusi nei giorni scorsi dall’ISTAT, confermano come il nostro Paese sia ancora lontanissimo dalla direttiva di Lisbona che ha fissato, come obiettivo per il 2010 un’offerta – sia pubblica che privata – che copra una quota del 33% di utenti (in rapporto al totale dei bambini da zero a due anni) e l’attenuazione degli squilibri esistenti tra le diverse aree geografiche italiane.

L’anno scolastico si è appena concluso ma, ad oggi, non risulta che da parte del Miur sia stato inviato alle Regioni un testo utile per avviare il confronto in Conferenza Stato-Regioni e sancire un nuovo accordo nazionale: un atto indispensabile per garantire, in tempi utili, la prosecuzione del servizio anche nell’a.s. 2010-2011.

La domanda sociale di servizi per l’infanzia nel nostro Paese continua a crescere e non è con i tagli indiscriminati imposti da questo Governo che si favorisce la ripresa economica e sociale. Né si garantisce la qualità di un servizio così delicato lasciando campo libero alle sole iniziative private che troppo spesso non sono vincolate al rispetto di regole e controlli di livello nazionale.

La FLC Cgil continua a chiedere al Miur di assumersi i propri compiti istituzionali e rivendica la diffusione dei dati di valutazione e verifica del servizio fino ad oggi erogato, a tutela dei bambini e del personale che lavora nel servizio.

Peraltro, i tagli previsti dalla manovra finanziaria in discussione saranno un ulteriore freno allo sviluppo delle politiche sociali di Regioni e Comuni. A pagarne le conseguenze saranno, come sempre, le fasce più deboli: infanzia in primis.

Anche per questo la FLC Cgil aderisce allo sciopero generale del 25 giugno proclamato dalla CGIL.

Roma, 21 giugno 2010

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