Innanzitutto mi si contesta di aver partecipato al concorso senza averne titolo . A tal proposito, smentisco categoricamente tale gratuita affermazione, infatti, facendo riferimento ai titoli richiesti dal bando, dichiaro che già al momento dell’indizione del concorso ero in possesso : di Laurea in Lettere classiche e Laurea in Lettere moderne, con 110/110 e lode; di 15 anni di servizio di ruolo , complessivamente prestato sia nel 1° che nel 2° settore di istruzione; di ulteriori titoli, provenienti da corsi di perfezionamento universitario (in Greco); corsi di aggiornamento scolastico, funzioni strumentali ed altri incarichi scolastici. Attualmente sono, inoltre, laureanda in Giurisprudenza. In relazione alle sue osservazioni circa i tempi ristretti di correzione, è giunto il momento di dichiarare, coram populo , come, in realtà, si è svolta la correzione degli elaborati, tale da giustificare ampiamente i tempi impiegati dalla Commissione. Infatti, come si evince dal bando medesimo, i Commissari si dovevano astenere dalla correzione del secondo elaborato, nel caso in cui il candidato non ottenesse, già nel primo elaborato, la valutazione di 21/30 (equivalente al voto di 7/10). Ciò spiega il motivo per il quale alcuni elaborati apparivano intonsi e per niente corretti, poiché si riferivano a candidati già bocciati nella correzione del primo elaborato (il saggio). Pertanto, l’omessa correzione del secondo elaborato, ha comportato un risparmio di tempo, così da consentire alla Commissione una maggiore speditezza nelle operazioni di correzione. Quindi il calcolo dei tempi medi di correzione, dai ricorrenti quantificato in poco più di tre minuti, è errato e tendenzioso, poiché non tiene, strumentalmente, conto del risparmio di tempo determinato dalla mancata correzione della seconda prova, così da portare i tempi reali di correzione a 5-6 minuti. Ad una persona non addetta ai lavori, anche questi tempi potrebbero apparire esigui, per la correzione di un compito che, mediamente si compone di 6-8 pagine. Ma chiunque insegni e abbia fatto parte di commissioni d’esame sa che, docenti esperti (e la commissione di concorso indubbiamente lo era) sono in condizione di giudicare, già dopo poche pagine, se un compito è frutto di elaborazione personale, e quindi meritevole di integrale ed esaustiva lettura, o mero esercizio di scopiazzamento e di maldestre epitomi di testi in circolazione, e, per questo, da considerare inadeguato e degno solo di una rapida lettura. In riferimento al presunto vantaggio di cui, i cosiddetti riservisti, avrebbero goduto, per aver fruito di un’ordinanza del TAR , c’è da evidenziare che esso (il vantaggio) è consistito solo nella opportunità di partecipare al concorso, con pari possibilità rispetto agli altri concorrenti, con i quali i c.d. riservisti si sono confrontati nelle molteplici prove d’esame. Solo grazie alla loro preparazione culturale, alcuni di essi sono giunti alla fine di questo arduo percorso. MAI LA LORO PRESENZA HA COMPORTATO L’ESCLUSIONE DI ALTRI CANDIDATI, IN POSSESSO AB ORIGINE DEI PUNTI NECESSARI PER ACCEDERE AL CONCORSO. Infatti hanno partecipato alle prove selettive ed al corso-concorso con riserva, essendo poi collocati in coda alla graduatoria, qualunque fosse il punteggio da essi riportato, a norma delle leggi 296/2006/ 17/2007 e 31/2008. Oggi il sistema di reclutamento dei Dirigenti scolastici è cambiato anche grazie al fatto che il MIUR, alla luce del contenzioso scaturito in tutta Italia, per lo sbarramento basato su criteri arbitrari, ha rivisto la formulazione del nuovo Bando di concorso, abolendo la preselezione per titoli, che era ingiusta ed arbitraria, ed introducendo le prove preselettive, da attuarsi mediante test, che garantiscono maggiore oggettività alla procedura, essendo basate sulle conoscenze e competenze in possesso degli aspiranti Dirigenti, quindi sul merito. Consiglio, infine, anche all’insegnante Farinella, oltre che a quanti altri facciano parte del coordinamento Regionale dei candidati esclusi dal Concorso Ordinario in Sicilia, di smettere di riporre le loro speranze di divenire Dirigenti scolastici, esclusivamente sul presunto annullamento del concorso del 2004, e di impiegare il proprio tempo più proficuamente, curando di incrementare la propria preparazione culturale e professionale, condizioni imprescindibili per chi voglia rivestire un ruolo complesso, di grande responsabilità , che, in atto, noi 426 Dirigenti scolastici, ci pregiamo di svolgere, con risultati ed attestazioni, tutte documentabili, sia dagli stakeholders del territorio su cui operiamo, che dalle massime cariche dello Stato. In conclusione, non posso che ringraziarLa per avermi offerto l’occasione di esplicitare , confutandoli, i vari punti che Ella ha rimarcato nel suo precedente intervento.
Prof.ssa Lilia Leonardi Dirigente scolastico, lilia.leonardi@gmail.com