Il blocco degli scrutini finali, voluto dai Cobas e comitati degli insegnanti precari, è in corso, con partecipazione non ancora ben definita, in diversi istituti di scuola secondari superiore.
Se al momento non si conoscono dati precisi di adesione al blocco, lo sciopero sembra avere un certo successo o, comunque, potrebbe averlo nelle prossime ore, quando il massimo rinvio di cinque giorni, consentito dalle regole sui servizi minimi, sarà raggiunto con l’incognita di mantenerlo ad oltranza.
Se gli scioperanti proseguiranno ad oltranza, pur rischiando multe e precettazioni, si aprirebbe uno scenario nuovo e dagli sviluppi imprevedibili.
A preoccuparsi di questa prospettiva, a cominciare dall’adesione al blocco fin dall’inizio degli scrutini, sono i sindacati rappresentativi del comparto che si sono affrettati ad inviare comunciazioni alla periferia con intento dissuasivo nei confronti dei propri iscritti.
Gli effetti della manovra finanziaria in corso non aiutano certamente a risolvere la questione, perché aggiunge nuove motivazioni a quelle della protesta per i tagli di organico che è stata alla base della proclamazione del blocco.
Come si sa, l’elemento critico degli scrutini è la sua natura di collegio perfetto, una condizione che richiede sempre la presenza di tutti i docenti componenti del consiglio di classe. E basta un assente, caso mai a rotazione come sta succedendo, perché il collegio perfetto venga a mancare e si blocchi.
Fino a quando?