Per effetto della manovra, tutto il personale scolastico avrà tre anni di carriera annullati, come se non fossero mai esistiti.
La manovra cancella completamente il triennio 2011-2013, e lo fa solo per il personale scolastico, con l’effetto di ritardare di tre anni lo sviluppo della carriera e i passaggi di posizione. Per tutti.
In questo modo lo Stato per il triennio 2011-13 risparmierebbe quasi due miliardi (circa l’8% dei 25 miliardi dell’intera manovra), e nell’arco dell’intera carriera dei docenti in servizio (gli ultimi andranno in pensione nel 2050) quasi 19 miliardi di euro.
La relazione allegata al decreto esplicitamente afferma che “con l’esclusione degli anni 2010, 2011 e 2012 dal computo dell’anzianità utile per i relativi passaggi stipendiali, si determinerebbero nell’arco di 37 anni, a decorrere dall’anno 2011, economie di spesa conseguenti allo slittamento di tre anni, per tutto il personale in servizio nel triennio 2010-2012, degli incrementi economici relativi ai passaggi nelle classi stipendiali successive”.
La relazione tecnica a pag. 166 quantifica appunto in quasi 19 miliardi di euro questo beneficio prolungato nel tempo per una durata di 37 anni (il periodo massimo per la carriera di 40 anni privata dei tre anni di anzianità annullati).
Per il 2011 il risparmio sarebbe di 320 milioni di euro, nel 2012 di 640, nel 2013 di 960 (confermati anche per il 2014 e per il 2015). In ciascuno degli anni dal 2016 al 2021 il risparmio sarebbe di 800 euro milioni annui e così via per i successivi anni per raggiungere la considerevole cifra di 18.720 milioni che non saranno corrisposti in questo lungo periodo a tutto il personale scolastico in servizio nel 2010.
Insomma per la scuola non si tratta solo di congelamento degli scatti, ma di azzeramento di tre anni di carriera con conseguenze permanenti sulla progressione retributiva da ora fino al momento della pensione.
La proiezione dell’effetto della manovra fino a fine carriera
Tuttoscuola ha proiettato gli effetti della manovra su tutte le otto categorie contrattuali del personale scolastico (dai bidelli ai docenti delle superiori), comparandoli con i dati contrattualmente attesi prima della manovra. Per comprendere i meccanismi di calcolo va spiegato come è strutturata la carriera nel comparto.
L’attuale progressione di carriera dei docenti e del personale Ata avviene con passaggi alla posizione stipendiale superiore mediamente ogni sei anni. Più esattamente, secondo il contratto nazionale, i passaggi avvengono attualmente al 3° anno, al 9°, al 15°, al 21°, al 28° e al 35° anno di anzianità.
In base al comma 23 dell’art. 9 del decreto legge 78/2010, illustrato anche dalle relazioni che lo accompagnano, la progressione di carriera per tutto il personale attualmente in servizio non avrà effetto per il triennio 2011-2013. Tre anni saranno congelati e resi improduttivi per sempre.
In questo modo i passaggi di posizione avverranno al 6°, al 12°, al 18°, al 24°, al 31° e al 38° anno di carriera.
Modifiche della progressione di carriera del personale scolastico
primo scatto | secondo
scatto |
terzo scatto | quarto scatto | quinto scatto | sesto scatto | |
contrattuale attuale: al | 3° anno | 9° anno | 15° anno | 21° anno | 28° anno | 35° anno |
decreto legge 78/10: al | 6° anno | 12° anno | 18° anno | 24° anno | 31° anno | 38° anno |
Con quali effetti? Il ritardo dei passaggi di posizione stipendiale durerà per l’intera carriera del personale scolastico, determinando mancati passaggi di posizione stipendiale in quantità maggiore per chi attualmente ha minore anzianità nella carriera e minore per chi è ormai al termine della carriera.
Facciamo alcuni esempi, basandoci sui valori stipendiali attuali e senza tener conto dei futuri contratti:
- un docente di scuola media in ruolo dal settembre scorso: in base della manovra, al termine dell’intera carriera finirebbe per perdere rispetto a quanto contrattualmente previsto ad oggi 37.097 euro lordi;
- un suo collega con 10 anni di servizio ne perderebbe alla fine 33.165;
- per un altro collega con 20 anni attuali di servizio la perdita a fine carriera sarebbe di 20.617;
- infine per un docente di scuola media con 30 anni di servizio la perdita a fine carriera sarebbe di 7.913 euro.
La perdita complessiva media del personale si può stimare in 29 mila euro, prendendo a riferimento la posizione di un docente di scuola media con 14 anni di servizio.
Nel caso estremo di un docente di secondaria superiore appena entrato in servizio, si arriva ad oltre 42 mila euro in meno a fine carriera. Non poco per chi guadagna oggi 25 mila euro all’anno: praticamente, a prezzi costanti, la manovra richiede – rispetto a quanto contrattualmente previsto fino ad oggi – di lavorare gratis per un anno e 8 mesi nell’arco della carriera.
Nel caso medio di cui sopra (29 mila euro di taglio su uno stipendio attuale di 27 mila euro) equivale a richiedere di lavorare gratis per un anno.
Perdita complessiva (euro lordi) nel corso della carriera per effetto DL 78/2010
Anzianità nel 2010 | Collabor. scolastico | Coll. Scol. Aziende | Assistenti
Amm.vi |
DSGA | Docenti prim./inf. | Doc. non laur. II gr. | Docenti media | Docenti super. |
0 anni | 14.687 | 14.713 | 19.066 | 40.572 | 32.511 | 35.421 | 37.097 | 42.168 |
10 anni | 12.610 | 12.649 | 16.395 | 36.326 | 29.073 | 31.983 | 33.165 | 36.248 |
20 anni | 7.154 | 7.229 | 9.368 | 24.458 | 18.118 | 21.028 | 20.617 | 23.138 |
30 anni | 2.445 | 2.472 | 3.249 | 10.843 | 6.966 | 7.001 | 7.913 | 7.857 |
Infine, le minori entrate complessive avranno anche una ricaduta pensionistica finale, qui non calcolata, soprattutto per il personale più giovane che nel corso degli anni cumulerà un monte contributivo complessivo minore del previsto, pur rimanendo intatti gli anni complessivi di anzianità contributiva.
tuttoscuola