Le regole fissate in accordo contrattuale per assicurare i servizi minimi nella scuola prevedono che si possa effettuare sciopero anche per gli scrutini, a condizione, però, che ciò non determini un rinvio delle operazioni di scrutinio per un periodo superiore ai 5 giorni.
La regola non vale per gli scrutini delle classi terminali di ciclo per le quali l’attività valutativa sia propedeutico allo svolgimento degli esami.
Gli scioperi proclamati e concomitanti con le giornate nelle quali è prevista l’effettuazione degli scrutini finali non devono differirne la conclusione nei soli casi in cui il compimento dell’attività valutativa sia propedeutico allo svolgimento degli esami conclusivi dei cicli di istruzione. Negli altri casi, i predetti scioperi non devono comunque comportare un differimento delle operazioni di scrutinio superiore a 5 giorni rispetto alla scadenza programmata della conclusione.
I Cobas, per protesta coontro i tagli e la manovra, hanno proclamato ugualmente lo sciopero degli scrutini prevedendo di aggirare l’ostacolo del differimento massimo di cinque giorni mediante sciopero a rotazione di un solo docente. Lo scrutinio, infatti, prevede che siano presenti tutti i docenti, in quanto il consiglio di classe, in sede di valutazione finale degli alunni è considerato “collegio perfetto”.
Un altro escamotage dei Cobas riguarda il periodo di svolgimento degli scrutini che, secondo il sindacato di base, dovrebbe essere successivo al termine delle lezioni. Si tratta di una interpretazione soggettiva che, stando ai fatti, non troverà molta applicazione, in quanto già in questi giorni moltissime scuole medie stanno procedendo agli scrutini prima del termine delle lezioni.
In un loro comunicato i Cobas annunciano la denuncia dei dirigenti scolastici che anticiperanno gli scrutini o ne modificheranno il calendario per concluderli nei tempi previsti.