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Manovra “salva-Italia”. “Non toccheremo la scuola”: promessa non mantenuta

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Stipendi, meritocrazia e immissioni in ruolo: la scuola è stata colpita e come! Era stato lo stesso Presidente del Consiglio a promettere che scuola e sanità sarebbero uscite illese dalla manovra per scongiurare la fine della Grecia. Colpiti ancora una volta i precari.

Così non è stato e la scuola ha pagato un bello scotto, non da poco.

Se è vero che il blocco degli stipendi e della carriera è un provvedimento che colpisce tutto il pubblico impiego è anche vero che per la scuola il provvedimento causa maggiori disagi soprattutto per quel “virtuale” blocco del turn-over causato dal prolungamento della carriera del personale di tre anni. Infatti, un dipendente (docente o Ata) con un’anzianità di servizio di 5 anni per passare alla fascia successiva anzichè aspettare tre anni ne dovrà aspettare sei. (Vedi: Blocco stipendi e blocco turn over, quanto costerà ai lavoratori della scuola?). Facile intuire i risvolti per i docenti precari del rinvio di un anno del pensionamento da parte dei docenti a TI.

E ancora i docenti precari sono la categoria più colpita. Infatti, sebbene in pompa magna siano state sbandierate 20.000 immissioni in ruolo in due anni nonostante i “tempi duri”, ricordiamo che tale cifra, prima della manovra, era stata chiesta solo per il prossimo anno. Di fatto le immissioni in ruolo vengono dimezzate.

Infine la meritocrazia. Niente premi ai docenti. Il contentino della redistribuzione di una parte dei tagli è naufragato sulle coste della Grecia, come avevamo già avuto modo di mettere in evidenza. Nessuna notizia di quella meritocrazia che avrebbe cambiato la scuola italiana, al primo scricchiolio della cambusa i soldi risparmiati sono andati a rattoppare le falle. Questo sarà il destino se non interverrà il governo con un decreto ad hoc.

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