L’allegato 3 alla bozza di decreto legge per la manovra finanziaria riporta l’elenco di un ventina di Enti inutili da sopprimere ed un elenco di altri 232 Enti che d’ora in poi non potranno più ricevere i contributi statali che ne avevano consentito il funzionamento e la sopravvivenza. Erroneamente tra questi enti che non riceveranno d’ora in poi il becco di un quattrino c’è anche l’ENAM, l’ente di assistenza magistrale che dallo Stato non ha mai ricevuto nemmeno un centesimo e che, da sempre, vive esclusivamente del contributo obbligatorio (0,8% mensile sull’intera retribuzione) degli insegnanti statali di ruolo della scuola primaria e dell’infanzia. Nonostante ciò, il decreto prevede espressamente che A decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto lo Stato cessa di concorrere al finanziamento degli enti, istituti, fondazioni e altri organismi di cui all’allegato 3. Strano destino quello dell’Enam che quasi trent’anni fa venne incluso in un elenco di enti inutili da sopprimere con conseguente previsione che i suoi beni patrimoniali (case di vacanza, immobili vari e risorse diverse) passassero alle Regioni. Tra ricorsi, sentenze, carte bollate, petizioni e soluzione legislative di sanatoria, il tentativo di salvare dell’ENAM durò quasi 17 anni. Alla fine, grazie soprattutto alla tenacia del suo presidente, il perugino Armando Covarelli, una apposita legge ne decretò il salvataggio definitivo, evitando che venisse incluso tra gli Enti inutili da sopprimere. Ora, invece, per effetto del decreto l’ENAM è soltanto a rischio di non ricevere più quei soldi dello Stato che, come ben sanno i maestri…. non ha mai ricevuto. Un rischio che può correre, sperando però che, in sede di conversione del decreto legge, a qualcuno non venga in mente di includere l’ENAM nel primo elenco dell’allegato 3, quello dei venti Enti da sopprimere…