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Cisl e Uil scuola: no al blocco degli scatti

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Francesco Scrima, segretario della Cisl Scuola, e Massimo Di Menna, leader della Uil scuola, prendono posizione sulla manovra finanziaria, concentrando la loro attenzione  sulla questione degli scatti di anzianità.

Il primo, citando l’appello del presidente Napolitano per una manovra equa, sostiene in una nota che “è proprio invocando un principio di equità che denunciamo come inaccettabile il blocco per tre anni delle progressioni in cui si articola il trattamento economico del personale della scuola“. Si tratta infatti di “un sacrificio aggiuntivo per chi, oltre a non poter rinnovare il suo contratto di lavoro, vede pesantemente manomesso quello attualmente vigente, con ricadute pesantissime anche sui trattamenti di pensione e sulla buonuscita“.

Anche il segretario della Uil scuola Massimo Di Menna batte su questo punto, e parla a sua volta di una “misura particolarmente iniqua” perché “per il personale della scuola la manovra prevede non soltanto il blocco dei contratti, così come per tutti i dipendenti pubblici, ma una misura aggiuntiva che riguarda il blocco degli scatti di anzianità previsti dal vigente contratto. Tale misura determina una sorta di doppia manovra con effetti davvero insopportabili“.

La Uil scuola  prova anche a quantificare gli effetti del blocco e calcola che la riduzione degli stipendi – ovvero il loro mancato incremento – nel periodo considerato sarebbe di 130 euro per uno stipendio di 1.400 euro: “una misura pari alla riduzione di circa il 9% della retribuzione. Un livello di intervento che il Governo sta valutando per stipendi di ben altro peso. Prevedere interventi per gli insegnanti, come se le loro retribuzioni fossero quelle dei manager di Stato, è esiziale per la scuola“.

La Flc-Cgil per ora non entra nel merito, ma annuncia un’opposizione frontale, che sfocerà nello sciopero generale preannunciato dalla Confederazione.

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