Ne abbiamo sentito di tutti i colori sulla scuola.
Da mesi assistiamo a polemiche senza fine, ad un intricato contenzioso tra Ministero dell’Istruzione e precari, tra inserimento “a coda o a pettine”, al decreto salva-precari, alla riforma delle superiori e al riordino delle classi di concorso.
Senza mai pensare che dietro tutta questa inestricabile baraonda ci sono esseri umani, laureati, educatori, professionisti. C’è la classe dirigente di questo paese. Senza considerare che dietro i numeri, “la macelleria sociale”, il taglio delle cattedre ci sono persone, famiglie, storie.
Chi ci pensa al dramma di un trasferimento al nord di un quarantenne con famiglia?
Chi si preoccupa delle condizioni di intere famiglie costrette ad essere sradicate dalla loro terra, dalle loro case, e ad inserirsi in una città sconosciuta ad oltre millecinquecento chilometri di distanza?
Chi considera l’inevitabile disagio psicologico, lo shock di piccoli bambini che si vedono privati all’improvviso dagli affetti di un genitore?
Chissà cosa avrà pensato, cosa avrà capito quel bambino che in una calda e infelice mattina di fine settembre salutava dal balcone lo zio che andava via a lavorare in Lombardia.
E quella giovane moglie siciliana che, alla fine delle vacanze di Natale, al pensiero della partenza del marito, si sentiva male, rivolgendosi persino alle cure della Guardia Medica.
E dei piccoli drammi quotidiani, delle incomprensioni, tra il marito “emigrato” e la moglie rimasta a casa ad accudire i figli, alimentate perlopiù dalle difficoltà di comunicare, dalla impossibilità, a volte, di “connettersi”online!
Chi ripagherà tanta solitudine e tristezza? “E i telegiornali sono diventati un’alternativa a Maria De Filippi – esclamava qualche tempo un’insegnate precaria di Palermo nel corso di una manifestazione nazionale – dove è tutto un puttanaio: ci parlano solo di puttane e di puttanieri, non si parla dei problemi di questo paese e di quello che accade. Una collega a Bagheria si è suicidata e non si è detto nulla, altri colleghi hanno tentato il suicidio.”
La scuola pubblica sta affossando nella melma nell’indifferenza assoluta. E d’altronde la società civile italiana fa fatica a comprendere la situazione di degrado e di collasso della scuola; non è semplice capire appieno il dramma che si sta perpetrando a danno di un’intera generazione di educatori.
E forse è proprio questo l’obiettivo dei governati e dei responsabili di questa sciagurata scelta: intimidire, impaurire l’intero corpo docenti per smantellare una “massa pensante”in grado di stillare gocce di pensiero e di cultura alle giovani generazioni, in grado di far crescere e progredire l’intera società italiana.
“Astenetevi dal pensare, saremo noi a sorvegliare sui destini della nazione”.
Lo stesso messaggio sentito dagli italiani da un balcone alcuni decenni fa.
E finì in un’immane tragedia per tutti.
Adesso almeno lasciateci…facebook per comunicare con i nostri cari.
Angelo Battiato (inviato speciale a Brescia)
angelo.battiato@istruzione.it