A distanza di 53 mesi dalla scadenza dell’ultimo accordo, i sindacati firmano il rinnovo pur con qualche perplessità: a livello economico l’aumento medio è pari a 340 euro lordi al mese e 8.300 euro, sempre lordi, di arretrati. Deciso anche che il 30% dell’incremento economico accessorio vada assegnato per merito.
Tra le novità principali contenute nel contratto spicca quella del mantenimento dell’assegno ad personam per i dirigenti ex presidi incaricati e la destinazione delle risorse aggiuntive appena disponibili ai dirigenti che provengono direttamente dal ruolo docente. Attraverso una specifica norma programmatica è stato anche firmato l’impegno a perseguire la perequazione esterna in corrispondenza del prossimo Ccnl.
La delusione deriva da un incremento stipendiale e l’assegnazione di arretrati che non colma, di certo, il divario con le altre dirigenze del pubblico impiego. “Pur apprezzando la disponibilità dell’Aran – continua Nigi – a collocare la maggior parte degli aumenti, relativi al parziale recupero dell’inflazione, sulle parti fisse della retribuzione, salvaguardando al contempo i diritti degli ex presidi incaricati e prevedendo l’avvio di una prima perequazione interna a favore dei neo dirigenti ex docenti, rimane la forte insoddisfazione del sindacato per il mancato avvio della perequazione della retribuzione complessiva dei dirigenti scolastici con gli altri dirigenti pubblici”.
I sindacati ricordano, inoltre, che l’equiparazione dei presidi agli altri dirigenti era uno degli impegni assunti dal Governo in attuazione di specifici ordini del giorno approvati all’unanimità dal Parlamento: “averlo nuovamente disatteso – commenta amaramente il leader dello Snals-Confsal – rappresenta un grave segnale d’indifferenza verso una categoria di lavoratori impegnata a garantire il buon funzionamento delle scuole nonostante le mille difficoltà”.
Di un tenore ancora più soddisfatto le dichiarazioni del ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini “La firma del contratto dei dirigenti scolastici – ha detto – è una notizia estremamente positiva per la scuola”. Oltre agli aumenti di stipendio previsti, la novità determinante, ha sottolineato il ministro, riguarda il trattamento economico accessorio. “Una quota consistente delle risorse (il 30% ndr) infatti sarà assegnata sulla base di criteri legati esclusivamente al merito e agli obiettivi raggiunti da ciascun dirigente. Si tratta – ha concluso – di un ulteriore passo in avanti per la valorizzazione del merito e della qualità di tutto il personale scolastico”.