Dopo le proteste dei coordinamenti locali, il Ministro passa al contrattacco: rispetto allo scorso anno 2.176 classi in più a 40 ore, con aumenti in tutte le regioni. Ribatte Francesca Puglisi, responsabile Scuola della segreteria del Partito democratico: sta distruggendo la primaria che ci invidiavano tutti.
Torna a far discutere la questione del tempo pieno alla primaria. Dopo le proteste attuate nei giorni scorsi da parte di una serie di coordinamenti composti da docenti, personale Ata e genitori, contrari al ritorno al maestro prevalente ed al rifiuto degli Usp di una parte delle classi con modulo a 40 ore, è giunta la replica del Miur: che, sulla base di numeri apparentemente inequivocabili, respinge tutte le accuse. E, anzi, parla addirittura di incremento del tempo pieno.
Nella giornata festiva del 16 maggio, il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, ha detto che proprio “grazie all’introduzione del maestro unico e all’abolizione delle compresenze” nel prossimo anno scolastico (2010/2011) saranno attivate nella scuola primaria 782 classi a tempo pieno in più, per un totale di 37.275 classi. Quindi altro che riduzione: “per il secondo anno consecutivo – ha sottolineato – aumentano gli alunni che potranno usufruire di questo quadro orario. Quest’ anno (2009/2010) infatti sono state attivate 2.176 classi a tempo pieno in più rispetto all’anno scolastico 2008/2009”.
Per il responsabile del dicastero di viale Trastevere, quindi, tutto il clamore per le classi a tempo pieno sarebbe del tutto inutile. “Negli ultimi due anni dunque – sostiene Gelmini – si è registrato un aumento complessivo di 2.958 classi a tempo pieno”. Che l’anno prossimo l’aumento riguarderà tutte le regioni italiane: “gli incrementi maggiori si verificheranno in: Puglia (+233), Lombardia (+162), Sardegna (+150) e Veneto (+113)“.
Per il responsabile del dicastero di viale Trastevere, quindi, tutto il clamore per le classi a tempo pieno sarebbe del tutto inutile. “Negli ultimi due anni dunque – sostiene Gelmini – si è registrato un aumento complessivo di 2.958 classi a tempo pieno”. Che l’anno prossimo l’aumento riguarderà tutte le regioni italiane: “gli incrementi maggiori si verificheranno in: Puglia (+233), Lombardia (+162), Sardegna (+150) e Veneto (+113)“.
Di parere opposto si è però espressa Francesca Puglisi, responsabile Scuola della segreteria del Partito democratico, secondo la quale le 40 affidate ad un solo maestro in classe possono al massimo essere paragonate ad un “parcheggio” e non di certo confuse con il tempo pieno: questo “è un modello educativo che prevede 40 ore settimanali di scuola con le compresenze degli insegnanti. Modello considerato un’eccellenza a livello europeo che produce, proprio grazie al lavoro in piccoli gruppi, i più alti livelli di apprendimento degli alunni. I test Invalsi e i dati Ocse-Pisa parlano chiaro: il rendimento scolastico degli alunni è più alto laddove è più diffuso questo modello educativo“. Mentre Gelmini insiste con l’attivazione di un “antistorico maestro unico, scelto solo dal 3% delle famiglie italiane” peraltro all’interno di “classi sempre più numerose con sempre meno insegnanti di sostegno per i bambini disabili“.
Ora, senza entrare nel merito della qualità della didattica, rimane il fatto che da molte zone d’Italia continuano a pervenire lamentele per la riduzione di classi a tempo pieno: una realtà, determinata sia dall’introduzione del maestro prevalente, sia dall’ulteriore “stretta” agli organici imposta dal Mef, che solo a Roma nella Provincia di Roma da settembre ha portato il responsabile dell’Usp della provincia capitoline a rifiutare 68 classi – oltre 2mila famiglie – che avevano espressamente chiesto il tempo pieno. Sarebbe utile a questo punto conoscere dove siano aumentate, in quali istituti sia stata ampliato effettivamente il numero di sezioni a 40 ore. Sarebbe un modo per spazzare via le polemiche e concentrarsi sull’organizzazione condivisa del prossimo anno scolastico. Che invece, al momento, si preannuncia incerto e al centro di forti polemiche.