Hanno occupato l’Ufficio scolastico regionale del Lazio, a Roma, chiedendo ripetutamente di incontrare il direttore generale Maria Maddalena Novelli. Monta la protesta di mamme, papà, studenti e professori contro i tagli tagli alla scuola e in particolare contro la riduzione del tempo pieno, soprattutto nelle grandi città. Così nella capitale una delegazione di genitori, insegnanti, sindacalisti e presidi armati di striscioni e megafono ha occupato l’ex provveditorato per chiedere chiarezza sui tagli e garanzie sul tempo pieno.
A Milano invece dal 14 maggio scorso famiglie, prof e sindacati stanno presidiando l’Ufficio scolastico regionale a rotazione. L’iniziativa si concluderà domani. Mercoledì è in programma un’assemblea con rappresentanti da tutte le scuole. “Tremila bambine e bambini il prossimo anno non avranno il tempo pieno – denunciano i genitori del capoluogo lombardo – perché 147 classi prime sono state trasformate d’ufficio a tempo normale. Nonostante le rassicurazioni del ministro Mariastella Gelmini sull’aumento del tempo pieno, ci saranno 706 maestre in meno e 1.900 alunni in più: i conti non tornano”.
E sul tempo pieno la Flc-Cgil chiede di avere “dati approfonditi”. Li chiede il segretario generale Mimmo Pantaleo, che ha partecipando a Roma alla protesta del coordinamento permanente delle scuole romane sui tagli. “Il tema vero- spiega il sindacalista- non è se aumenta o diminuisce il tempo pieno, ma è se la domanda delle famiglie viene soddisfatta o meno. A noi risulta che, per colpa dei tagli, ci sono migliaia di famiglie che rimarranno senza il tempo pieno. Sfidiamo il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, a dire se è vero o no”.
“Ad esempio – prosegue Pantaleo – ci risulta che a Milano non saranno formate oltre cento classi che erano state richieste, a Firenze è la stessa amministrazione locale che ha deciso di manifestare contro il taglio, anche a Roma c’è grande fermento. Vogliamo sapere cosa vuole fare il ministro per garantire alle famiglie ciò che chiedono. Nel 2008 il presidente Silvio Berlusconi e la Gelmini avevano detto che con l’introduzione del maestro unico, il taglio dei moduli e delle compresenze, sarebbero state accontentate tutte le domande. A oggi non è così”.