Presidi siciliani, forse si deve rifare il concorso 400 i dirigenti scolastici in bilico Palermo – Si sta consumando a colpi di ricorsi e annullamenti la vicenda che riguarda il concorso per dirigente scolastico del 2006 e che coinvolge circa 400 presidi siciliani, molti regolarmente ai loro posti, “obbligati” per legge a mantenere il ruolo fino a quando la loro posizione non sarà L’ottimismo, suscitato dalla sentenza del consiglio di Stato che, riferendosi ad un caso analogo avvenuto in Puglia, sembrava riabilitare gli esiti delle prove d’esame tenuti in Sicilia, e dal temporaneo annullamento della riproposizione del concorso, è stato nuovamente soffocato da un ulteriore intervento della giustizia amministrativa che aggiunge una nuova smentita alla lunga sequela di rimbalzi, indicando una sola strada percorribile e cioè rifare il concorso. Il Consiglio di Giustizia amministrativa, con le ordinanze n. 399 e 400 del 27 aprile, infatti ha stabilito il rifacimento delle prove scritte del concorso per dirigente scolastico in Sicilia. Concorso che, bandito nel 2004, si era concluso nel 2006: erano stati assunti oltre 400 presidi, alcuni dei quali assegnati ad altre Regioni. I candidati che avevano riportato un esito negativo avevano proposto vari ricorsi giurisdizionali, a seguito dei quali, dopo alterne vicende, si era avuta la sentenza del Cga che censurava l’operato della commissione e stabiliva la «rinnovazione» delle fasi concorsuali. A questa decisione, si erano opposti i candidati che erano usciti vincitori che avevano proposto ricorso al Tar di Palermo, invocando una nuova semplice correzione degli elaborati a suo tempo svolti. La decisione del Tar era stata quella di interpretare la sentenza del Cga in questo ultimo senso. Adesso, il Cga, smentendo l’interpretazione data dal Tar, ribadisce il rifacimento delle prove concorsuali a partire dalle prove scritte. C’è da dire che nel frattempo il Parlamento ha approvato una norma che mantiene questi presidi nel «limbo», disponendo il loro mantenimento provvisorio nell’incarico di dirigenti scolastici e nelle rispettive sedi fino all’espletamento della nuova procedura concorsuale. In questo quadro di incertezza si inserisce l’iniziativa di alcuni parlamentari del Pdl che hanno prospettato al Miur l’iniziativa di un «concorso riservato», al fine di sanare la posizione di questi presidi che, vincitori di un concorso annullato, si ritrovano da tre anni a svolgere le funzioni di capo di istituto. Vi è inoltre da rilevare che il destino e l’esito del concorso per presidi in Sicilia tiene con il fiato sospeso il mondo della scuola anche nelle altre Regioni. Infatti, pur essendovi centinaia di posti per presidi scoperti, in Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte ed altre Regioni sarà difficile emanare nuovi bandi di concorso se prima non si avrà effettiva contezza del numero dei vincitori del concorso siciliano, proprio perché gli idonei possono essere utilizzati per colmare i vuoti esistenti nelle altre Regioni. A parte questo, vi è da dire che l’attuale congelamento di questi vincitori sub judice nelle sedi ricoperte costituisce un pesante impedimento alla mobilità dei presidi, sia territorialmente sia tra un ordine e grado diverso di scuola. Come si vede esistono molteplici ragioni per chiudere questa vicenda presto, non ultima la considerazione che non è psicologicamente positivo lasciare le persone in uno stato di perenne incertezza. E questo vale per chi, che senza colpa, si ritrova a gestire il delicato compito di preside, ma anche per i ricorrenti. Ci sembra che vi siano le condizioni per dare legittima soddisfazione agli uni e agli altri: l’importante è operare da parte della direzione regionale con trasparenza e certezza del diritto. Crediamo, tuttavia, che dilazionare questa questione in modo infinito, non serva a nessuno, mentre vi è bisogno, soprattutto in Sicilia, della più ampia convergenza per tutelare la scuola pubblica. http://www.sciclinews.com/articolo/15621/Presidi-siciliani-forse-si-deve-rifare-il-concorso