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Le linee guida per istituti tecnici e professionali: resoconto incontro al Miur

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Scuola  L’informativa fiume del Ministero non scioglie i numerosi dubbi. Pochi chiarimenti e un impegno a ulteriori e più precise informazioni nei prossimi mesi.
18-05-2010 | Scuola

Nel corso dell’incontro del 14 maggio scorso tra le OO.SS. di categoria ed il Miur sono state affrontate diverse questioni, dall’Educazione degli Adulti allo stato dell’arte delle Linee guida per gli istituti tecnici e professionali.

La riunione aveva carattere informativo ed il Ministero si è impegnato ad approfondire in incontri successivi le specificità riguardanti in particolare le Linee guida degli Istituti professionali.

La dott.ssa Nardiello ha sostenuto che l’incontro di venerdì era stato preceduto da due incontri interni al MIUR tra i gruppi messi al lavoro rispettivamente sugli istituti tecnici e professionali nel quadro di un lungo lavoro ispirato alle indicazioni dell’Unione Europea su formazione e istruzione professionale (Vocational Education and Training = VET) che ha portato alla individuazione di 6 aree tematiche per le linee guida.

Si tratta di un lavoro che è ancora agli inizi, dal momento che per la definizione dei titoli ci sarà tempo fino al 2012.

La dott.sa Nardiello si è poi soffermata sulla differenza tra le Indicazioni nazionali per licei e le Linee guida per istituti tecnici e professionali, sostenendo che queste ultime rispondono ai criteri adottati in Europa e che la diversa impostazione non sta a significare una maggior attenzione per i primi e una trascuratezza per i secondi, ma afferisce alla diversa natura delle rispettive normative, oltre che a quella dei percorsi scolastici e dei profili di uscita degli studenti.

Per gli istituti tecnici e professionali si insiste sulle competenze, mentre per i licei si rimane su un piano più tradizionale di saperi e conoscenze.

Ma le competenze non si insegnano, si acquisiscono.

Di qui la necessità di procedere ad una ulteriore fase di elaborazione, che sarà accompagnata da misure per informare le scuole e i docenti e da attività ricerca/azione.

In questo momento il lavoro ministeriale starebbe procedendo con una attenzione particolare all’asse scientifico-tecnologico (in particolare per ciò che riguarda il significato della introduzione delle scienze integrate), che riguarda aspetti più metodologici che disciplinari ed alla correlazione, soprattutto nel biennio, tra licei e istituti tecnici relativamente alle discipline di Italiano, Matematica, Lingue straniere e Storia.

Mentre per le Linee guida per gli Istituti tecnici il termine ultimo per acquisire osservazioni è fine maggio, per i professionali il termine scade il 2 giugno prossimo. Per questi ultimi si prevede un coinvolgimento delle Regioni, con le quali è previsto un apposito incontro il prossimo 27 maggio.

Per quanto attiene alla certificazione dell’obbligo, la dott.ssa Nardiello ha affermato di aver recepito molte delle osservazioni ricevute: il nuovo testo verrà presentato alle OO.SS nei prossimi giorni, ma è stato confermato che esso dovrà essere adottato dalle scuole il prossimo anno scolastico, ma se le scuole vogliono, lo possono adottare sin dall’anno in corso..

Istituti Professionali

Il riferimento per le Linee guida degli Istituti professionali è il Decreto legislativo 226/05: per la fase transitoria, si prevede che per il rilascio delle qualifiche triennali da parte delle Regioni sia sufficiente una delibera di Giunta, mentre a regime occorreranno leggi regionali.

Con l’Accordo perfezionato in sede di Conferenza Unificata nei giorni scorsi, il quadro va a delinearsi in modo più preciso, ancorché al momento rimane incerto. Per questo è previsto un incontro con le Regioni il prossimo 27 maggio.

In ogni caso, se per un verso i Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP), la cui definizione rimane di competenza statale, vanno riletti, è stato ribadito che gli istituti professionali che vorranno rilasciare le qualifiche, sia triennali che quadriennali, svolgendo funzione sussidiaria, dovranno accreditarsi alla stessa stregua degli Enti di Formazione professionale. Da questa possibilità sono comunque esclusi gli istituti tecnici.

Alla istruzione professionale statale rimane, in via esclusiva, la competenza sui percorsi quinquennali e rilascio dei relativi titoli.

Sui contenuti dell’Accordo con le Regioni e le sue conseguenze (tema piuttosto complesso) si rinvia ad uno specifico incontro con le OO.SS., previsto successivamente a quello tra Miur e regioni.

Le osservazioni della FLC

Come FLC abbiamo fatto presente la grande difficoltà in cui si trovano le scuole, sia nell’informazione da dare a studenti e famiglie sia nella riorganizzazione del proprio lavoro.

Quest’anno è stato davvero impossibile fare un orientamento serio, dato che ad oggi ancora la situazione è quanto meno incerta e confusa.

Tutte le famiglie andrebbero riconvocate, appena il quadro dell’offerta reale da parte delle scuole sarà chiaro: quest’anno, infatti, la scelta espressa è stata tutt’altro che consapevole!

La problematicità è sicuramente accentuata, oltre che dalla natura politico-economica delle misure, anche dalla fretta di voler dare luogo a misure che non sono ancora complete.

Senza propendere per scelte di rigidità, abbiamo sottolineato come la diversa logica sottesa alle Indicazioni per i licei e le Linee guida per gli istituti tecnici e professionali finisca implicitamente per creare equivoci e avallare il perdurare di una concezione gerarchica fra le diverse tipologie di offerta formativa della scuola secondaria superiore, che ovviamente privilegia i licei, in una concezione quantomeno gentiliana, che va invece superata.

Riservandoci di esprimere valutazioni nello specifico, in occasione dei prossimi incontri, abbiamo, inoltre, sottolineato alcune problematicità, su cui abbiamo chiesto un intervento chiarificatore del Miur:

  • la questione delle atipicità: nulla è stato detto per le discipline specifiche degli Istituti d’Arte che confluiranno negli istituti professionali. Così come sono nella più totale confusione le maxisperimentazioni sulla questione delle ore da ridurre nelle classi successive alle prime.
  • Potrebbe apparire quasi una “provocazione” parlare di competenze, mentre si taglia e pesantemente su organici e laboratori: le competenze esigono la laboratorialità, la laboratorialità esige un organico diverso dalla rigida frontalità.
  • Sulle risorse, abbiamo chiesto che venga dato conto delle scuole che hanno risorse e non le spendono, perché non si può continuare in un rimpallo mentre la stragrande maggioranza delle scuole sono in una situazione finanziaria insostenibile né accettiamo che si usi questa argomentazione come alibi per non affrontare e risolvere i problemi gravi che, su questo terreno, vivono le scuole.
  • Abbiamo infine richiesto che sulle questioni che attengono alle competenze anche regionali si convochino incontri a tre, sindacati, MIUR e regioni, anche per evitare il rimpallo delle responsabilità su scelte così rilevanti.

Nel concludere l’incontro, la dott.ssa Nardiello ha rivendicato il rispetto delle indicazioni europee per quanto attiene alle Linee guida per gli Istituti Tecnici e professionali, in particolare sull’impostazione che privilegia le competenze. Così come per il biennio, ha ricordato che i 2/3 circa del curricolo è unitario.

Sulle atipicità il lavoro, si è prolungato per via dell’esistenza di percorsi molto differenziati e non conosciuti dal Miur, che ha richiesto un rapporto individuale con ciascuna di queste realtà. Ma a giorni il lavoro dovrebbe concludersi, fermo restando che la competenza a decidere è del Miur e non delle singole scuole.

Per quanto riguarda il tema delle risorse, correggendo il taglio dell’intervento iniziale, ha sostenuto che si tratta di risorse per lo più vincolate e che comunque il Miur sta facendo una attenta ricognizione.

Ha infine ribadito che ci saranno incontri successivi, anche sulle ulteriori opzioni e sul triennio sia degli istituti tecnici che sui professionali.

Roma, 18 maggio 2010

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