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Prove Invalsi: una nota della Uil scuola

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Iniziano giovedì prossimo, con il test di Italiano, le prove nazionali sui livelli di apprendimento degli alunni delle seconde e quinte classi della scuola primaria. La settimana successiva sarà la volta della matematica. Il 13 maggio toccherà poi agli studenti delle prime classi della secondaria di primo grado, mentre quelli di terza sosterranno le prove a giugno, nell’ambito dell’esame di Stato.

Le prove, da quest’anno obbligatorie per tutti, hanno lo scopo di rilevare i livelli di apprendimento realizzati dal sistema scolastico nel suo insieme, e non i risultati conseguiti dai singoli alunni. In questo modo la scuola italiana si allinea alle esperienze dello stesso tipo realizzate già da tempo in altri Paesi: nel Regno Unito, per esempio, i test sono somministrati a quattro livelli di età: 7, 11, 14 e 16 anni.

Una nota della Uil scuola, pur riconoscendo l’importanza delle prove, lamenta l’eccessiva macchinosità della procedura prevista: “Troppa burocrazia“, secondo il segretario generale della Uil scuola, Massimo Di Menna: “Pacchi, plichi, buste e almeno 40 pagine da organizzare e compilare per il lavoro di raccolta dati, di dubbia utilità e con la richiesta di informazioni non direttamente connesse allo svolgimento delle prove, tutto affidato alle scuole e alle segreterie“.

E tutto senza adeguati supporti e riconoscimenti per il personale.

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