fbpx

1181

ComunicazioniRicordiamo che nessun Dirigente può arrogarsi il diritto di iscrivere la propria scuola alle prove; è il Collegio Docenti, unico organo competente in materia didattica, che può eventualmente deliberare l’adesione della scuola.

Redazione

Nel corrente anno scolastico nulla è stato innovato e, allo stato, non esiste alcuna norma che preveda l’obbligatorietà della somministrazione delle prove INVALSI nelle scuole italiane. L’unica indicazione in tal senso è inserita nella circolare del MIUR n° 86, del 22 ottobre 2009, con la quale il dott. Mario G. Dutto, della Direzione Generale per gli ordinamenti scolastici per l’autonomia scolastica, afferma tra l’altro che: “La valutazione riguarderà obbligatoriamente tutti gli studenti delle predette classi delle istituzioni scolastiche, statali, e paritarie, del primo ciclo di istruzione.”.
Pare chiaro che quanto affermato da un dirigente del Ministero non può innovare il quadro normativo poiché (non essendo lo stesso fonte del diritto) le norme vigenti NON PREVEDONO L’AFFERMATA OBBLIGATORIETA’ ma, anzi, indicano che su tale materia l’unico titolato a decidere sia il Collegio dei Docenti e le/gli insegnanti delle singole classi.

Sono anni che i vari Ministri stanno cercando di piegare i docenti italiani a meccanismi di valutazione degli apprendimenti che, giustamente, vengono sentiti come estranei alle pratiche didattiche delle scuole. E sono anni che in tutto il paese moltissime Istituzioni Scolastiche decidono di non somministrare i test, moltissimi insegnanti si rifiutano di sottoporre i loro ragazzi alle prove e in alcuni casi i genitori, soprattutto quelli dei bimbi della scuola elementare, tengono a casa i bambini per i giorni della somministrazione.

E’ stato infatti subito chiaro a tutti il significato di tali prove: classificare le scuole, dare ad ognuna il suo punteggio che influirà sui finanziamenti, proseguire e anzi elevare a sistema quella didattica dei quiz che resta la sola capace di fornire una “valutazione oggettiva” a ciò che per definizione non può esserlo: la scuola resta una moltitudine di comunità viventi, ciascuna con la sua storia, le sue abitudini, i suoi conflitti, dove si incontrano esseri umani diversi per età, sesso, carattere, visioni del mondo, provenienze geografiche e culturali. La noncuranza per l’esperienza reale di insegnanti e studenti è particolarmente evidente nelle prove Invalsi: esse rappresentano un asse portante dei processi di cosiddette “riforme” che ormai da 15 anni stanno infestando la scuola italiana.

OGGI I TEST INVALSI RISCHIANO DI ESSERE ANCORA PIÙ PERICOLOSI: il D.L.vo n° 150/2009 (cd decreto Brunetta) ed il disegno di legge Aprea, in discussione in Parlamento, prevedono infatti la differenziazione di carriera per gli insegnanti: 3 livelli stipendiali, un portfolio del docente in cui siano registrati “l’efficacia dell’azione didattica e formativa”. Insomma, il passaggio da un livello stipendiale all’altro sarà determinato dai risultati didattici; e tali risultati, per essere Oggettivi, saranno basati su prove oggettive quali quelle proposte dall’INVALSI.

LE PROVE INVALSI RAPPRESENTANO UN PERICOLO PER LA LIBERTÀ DI INSEGNAMENTO!

RESPINGIAMO LA DIDATTICA DEI QUIZ DI EMANAZIONE MINISTERIALE

RIFIUTIAMO DI SOTTOPORRE I NOSTRI BAMBINI/E AI TEST

PRETENDIAMO CHE I COLLEGI DEI DOCENTI SI ESPRIMANO

     COBAS – Comitati di Base della Scuola
Sede Nazionale: Viale Manzoni 55, 00185 Roma
Tel. 06/70.452.452 – fax 06/77.20.60.60
internet: www.cobas-scuola.it – e-mail: mail@cobas-scuola.org

In questo articolo