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UNO SCONTICINO AI TAGLI AL PERSONALE

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Alla firma del ministro il decreto sul contingente per l’anno 2010/2011. Studenti in crescita Circa 3.600 posti dei 25.600 eliminati in organico di fatto. La riduzione di 3600 posti non sugli organici di diritto consentirà di continuare ad assumere in futuro anche a tempo indeterminato sui posti in oggetto. Uno sconticino, insomma, rispetto ai rigori della manovra sulla scuola decisa con il decreto legge 112/2008, frutto di una lunga trattativa con le forze sindacali.  (da ItaliaOggi)
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Anche quest’anno, l’operazione tagliaorganici sarà fatta su due fronti diversi: dei 25.600 posti da cancellare dal ruolo degli insegnanti del prossimo anno (15 mila invece per il personale ausiliario, tecnico e amministrativo), 22 mila spariranno dagli organici di diritto e 3.560 saranno eliminati invece da quelli di fatto. Soluzione che «potrà garantire una maggiore stabilità delle platee scolastiche e del personale docente interessato, anche a tutela della continuità didattica e della qualità del servizio e, al tempo stesso, a orientare meglio e attenuare il rigore dell’intervento riduttivo». È quanto prevede il decreto organici 2010, alla firma del ministro dell’istruzione, Mariastella Gelmini, di concerto con il collega dell’economia, Giulio Tremonti. Di fatto, la riduzione di 3600 posti non sugli organici di diritto consentirà di continuare ad assumere in futuro anche a tempo indeterminato sui posti in oggetto. Uno sconticino, insomma, rispetto ai rigori della manovra sulla scuola decisa con il decreto legge 112/2008, frutto di una lunga trattativa con le forze sindacali.
E che però non lascia soddisfatti: «Anche se nell’immediato attenua l’impatto dell’intervento, non risolve il problema di una contrazione di posti che risulta eccessiva, inaccettabile e insostenibile per tutti gli ordini di scuola», attacca Francesco Scrima, segretario Cisl scuola. «Sarà una carneficina, con effetti disastrosi per il personale e per la qualità dell’istruzione», rincara Mimmo Pantaleo, segretario Flc-Cgil. Mentre i Cobas radicalizzano lo scontro con il governo e proclamano lo sciopero degli scrutini: «Una analoga mattanza di posti di lavoro nel settore industriale», sottolinea il portavoce nazionale Cobas, Piero Bernocchi, scatenerebbe il finimondo».
La decisione sul come ripartire tra i vari ordini di scuola dei tagli in organico di fatto da fare a decorrere da settembre, è rimessa ai direttori regionali, in base alle situazioni territoriali. Il taglio complessivo più consistente vede al primo posto la Basilicata e la Sardegna, con una riduzione del 5,18%, seguite da Sicilia e Molise. La riduzione a livello nazionale sarà di 6.700 posti alle elementari, 3660 alla medie e oltre 13.740 alle superiori, tra licei, tecnici e professionali. Questi ultimi due vedranno anche per le seconde, terze e quarte classi una contrazione oraria delle discipline, a ordinamento di studio vigente, in media del 20%. Dalle tabelle allegate al decreto, emerge che il dato previsionale sul numero degli alunni per il prossimo anno è positivo: se i prof, causa manovra finanziaria, devono scendere, gli alunni salgono leggermente, passando da 6,797 milioni a 6,805. Infanzia esclusa.

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