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Recuperare i fondi: il progetto SalvaPrecari è fallito

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Siamo giunti ormai alla fase finale dell’anno scolastico, gli alunni hanno scelto i percorsi di istruzione e formazione che frequenteranno al termine della scuola secondaria di primo grado, i collegi dei docenti deliberano in questi giorni i libri di testo per il 2010-2011 e si sta definendo la messa a punto degli esami comprensivi delle prove nazionali Invalsi. In questa atmosfera, tipicamente primaverile che sembra anticipare la chiusura delle attività didattiche, rimane il mistero sul progetto Por regionale, definito ‘salvaprecari’ o ‘ Leanza’, che, muovendo da una intesa siglata con il Miur dell’istruzione nel luglio del 2009, doveva dispiegare i suoi effetti nel corso di quest’anno scolastico 2009-2010. Il progetto per il quale, in Sicilia, sono state impegnate notevoli risorse finanziarie, pari a 45 milioni di euro per un biennio, consisteva nel fornire alle scuole, anche in provincia e nella città di Catania, un intervento tramite un docente di lettere, uno di matematica, uno di sostegno ed un assistente amministrativo. Questo team, composto da tre docenti ed un esponente del personale Ata, doveva essere chiamato ad operare per conto di una microrete composta da tre- quattro scuole. A coordinare dovevano essere i centri territoriali risorse handicap (Ctrh) o un Osservatorio per la dispersione scolastica (ODS). A questo impianto progettuale erano state mosse talune critiche in quanto sembrava strano che un unico modello di intervento potesse avere significativa validità per le scuole dell’acese o delle Madonie, di Corleone o di Nicolosi e, a Catania, per la scuola di via Villini a mare e per quella di Monte Po. Un’altra stranezza rilevata era la singolare comunanza che riguardava le scuole primarie (con bambini dai sei ai dieci anni) e le scuole secondarie di secondo grado (con alunni dai 14 ai 18 anni), non appare, infatti, verosimile analizzare con un unico standard i fabbisogni di una utenza così differenziata. Nel progetto sembrava, infine, mancare una focalizzazione delle priorità che, come abbiamo visto più volte sulla scorta dei dati forniti dagli osservatori provinciali e dagli organi del ministero della giustizia, è da individuare come età critica dai 13 anni in su e nello snodo tra l’ultimo anno della secondaria di primo grado e il primo biennio di media superiore o di formazione professionale. Il progetto è, comunque, andato avanti secondo l’impostazione originaria, anche perché l’altra faccia della medaglia voleva essere quella di fornire una chance ai tanti precari che non avevano avuto conferimenti di supplenze annuali, a seguito dei tagli di organico ordinati dal Miur. Purtroppo, queste attività, a cui avevano aderito 913 scuole in Sicilia, non sono più partite. Si era detto che entro novembre si sarebbe entrati nella fase esecutiva, sono invece trascorsi 7 mesi dall’inizio dell’anno scolastico e siamo ancora allo start di partenza. In un primo momento si sono registrate innumerevoli difficoltà nella individuazione dei precari destinati a ricevere questi incarichi, perché hanno disertato o declinato in massa le ‘chiamate’ in ragione della ricompensa (26 euro lorde orarie, da cui detrarre le trattenute di legge e senza alcun riconoscimento ai fini assistenziali e previdenziali). Pare che addirittura ad oggi non siano state completate tutte le nomine necessarie. Sembra che un’altra complicazione potrebbe emergere in sede di approvazione da parte della Corte dei conti che avrebbe mosso talune perplessità sul progetto al punto di non avere apposto il visto di rito. A questo punto non sembra credibile ipotizzare l’avvio, nel mese di aprile, di una attività didattica che doveva durare 6 mesi e che era rivolta al sostegno e al recupero dei soggetti in difficoltà. Le scuole ed i dirigenti scolastici, preso atto della delusione registrata per il mancato avvio di questa iniziativa, ritengono che sia serio impegnarsi nel porre rimedio alla mancata utilizzazione di questi fondi europei, sembra ragionevole aprire una fase di verifica al fine di rilanciare proposte da realizzare per il prossimo anno scolastico, a partire dal mese di settembre. Per fare ciò e per evitare misure non adeguate o irrealizzabili è auspicabile che l’assessore Centorrino si faccia promotore di una franca e rapida ripresa del confronto tra le varie componenti del mondo scolastico siciliano, al fine di definire una nuova progettualità non oltre il mese di giugno. La Sicilia del 07 aprile 2010 Mario Castro

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