Nei giorni scorsi i sindacali della scuola, dopo un incontro col Miur, hanno emanato un comunicato unitario col quale tolgono ogni speranza ai precari. Sulla base della finanziaria 2008 è prevista, per l’anno scolastico 2010/11, una riduzione complessiva di organico pari a 25.600 docenti, di cui 8.700 nella primaria, 3.700 nella secondaria di primo grado e 13.750 nel secondo grado e di questi 22.000 nell’organico di diritto e 3.600 in quello di fatto, mentre si dovrebbe incrementare il sostegno a seguito della sentenza della Corte costituzionale che abroga i limiti del tetto massimo di organico. I precari hanno diramato un loro comunicato: se non rientra questa politica dei tagli si attuerà il blocco degli scrutini di giugno, quelli più sensibili per le famiglie. Dopo l’occupazione dei tetti dei provveditorati, ecco l’occupazione delle carte, benché questo meccanismo non abbia più la forza di prima perché è vietato per le classi impegnate negli esami di stato (5^ superiore e 3^ media) e non può protrarsi oltre 5 giorni, nel senso che il dirigente, constata lo sciopero anche di un solo componente del consiglio di classe, deve aggiornarlo massimo a cinque giorni dopo e poi se manca ancora qualcuno può sostituirlo e rivolgersi al giudice per interruzione di pubblico servizio. Ma oltre al dato legale c’è l’aspetto pratico perché se non riusciranno a coinvolgere i colleghi di ruolo rischiano il fallimento, considerato che in un consiglio di classe i precari, benché un esercito a livello nazionale, sono sempre in numero ridotto. La strada della riduzione di organico è tracciata e il Miur non può più stanziare un euro in più da quello previsto. Impressiona la dichiarazione di Gelmini che il 97% dei suoi fondi sono per gli stipendi, ma se disponesse di più soldi la percentuale si abbasserebbe. Un gioco quello dei numeri per sminuire un problema pesante, nonostante l’impegno assunto dalla on. Aprea che il nuovo governo avrebbe continuato ad assumere dalla graduatoria fino al suo esaurimento, in conformità a quanto legiferato dal governo Prodi: promesse da marinaio? Le apparenze non ingannerebbero ma i precari sono disperati. La Sicilia del 04 aprile 2010 Pasquale Almirante