Entro questa settimana si dovrebbero avere idee più chiare sia in merito ai 426 presidi il cui concorso è stato annullato dal Cga, sia sui circa 1000 docenti ricorrenti. Infatti, entro oggi il Tar di Palermo dovrebbe pronunciarsi su una richiesta di sospensiva presentata dai presidi delegittimati avverso al decreto del direttore dell’ufficio scolastico regionale che l’otto gennaio scorso, seguendo l’ordinanza del Cga, ha disposto il rifacimento delle prove scritte e come primo atto la nomina della nuova commissione giudicatrice, che si è riunita il 22 scorso. Da parte loro, i ricorrenti si oppongono alla richiesta di sospensiva del decreto assessoriale. La camera di consiglio del Tar, come si è detto, è fissata per oggi. Intanto, il presidente della Regione ed il nuovo assessore regionale alla Pubblica istruzione Mario Centorrino, hanno chiesto che il problema venga risolto attraverso un concorso riservato ai dirigenti scolastici delegittimati e a tutti coloro che presentarono ricorso al concorso del 2006. Proposta, questa, non condivisa dai ricorrenti dal momento che, a loro avviso il Cga ha annullato con effetto erga omnes il concorso per dirigente scolastico disponendo che tutti i partecipanti i quali hanno sostenuto le due prove scritte dovrebbero rifare le prove concorsuali. «A questo punto – sostengono i ricorrenti – bisognerà indire in tempi brevi il nuovo concorso dando la possibilità, a coloro che hanno fatto le due prove scritte di parteciparvi». Intanto, quest’ultimi domenica 31 gennaio, alle 10.30 nell’aula consiliare del Comune di Palermo si riuniranno in assemblea. L’oggetto dell’incontro è: «Il rispetto delle sentenze, legalità e trasparenza della procedura concorsuale ». Sull’argomento il presidente del comitato regionale dei partecipanti al concorso per dirigenti scolastici, prof. Vincenzo Di Salvo. Residente a Raffadali. ci ha rilasciato la seguente dichiarazione. «Sconvolge nell’apprendere che nonostante tutti i problemi che attanagliano la nostra Regione, licenziamenti dalla fiat, precariato, tagli di organici e quindi di posti di lavoro, eccetera, autorevoli esponenti politici abbiano esercitato pressioni anche nei confronti della presidenza della Repubblica al fine di pervenire ad un bando di concorso riservato agli ex dirigenti ed ai ricorrenti. Provvedimento oltre tutto in palese violazione della carta costituzionale in quanto verrebbe lesa la par condicio». Si registrano intanto notevoli malumori nella categoria dei presidi, non direttamente coinvolti in questa vicenda concorsuale. Infatti, da diverse fonti si apprende che, sia a livello nazionale, che regionale, si ritiene, che la scuola e gli operatori scolastici subiscano riflessi negativi a causa di questa procedura giudicata illegittima dalla giustizia amministrativa. Inoltre appare fuori da ogni logica il tentativo di risolvere con le pressioni politiche una vicenda, che invece merita di essere opportunamente trattata e definita esclusivamente nelle sedi giurisdizionali. MARIO CASTRO